GENESI E DECADENZA DEL LINGUAGGIO
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Nondimeno, nel brano sopra trascritto, dove è illustrato il processo
attraverso cui prende forma il linguaggio prosaico, razionale e stilizza-
to, a partire da quello poetico, metaforico-icastico, la singola parola
costituisce un lemma capace di significare molteplici nozioni interrela-
te che corrispondono a determinate configurazioni di stati corporei.
Non siamo lontani – credo – dalle riflessioni sulle parole di quel capi-
tolo della
Ricerca della verità
ricordato all’inizio, in particolare là dove
Malebranche scrive:
Con la parola passione intendiamo tutto ciò che segue: la cognizione del rap-
porto che una cosa ha con noi, l’emozione e il sentimento dell’anima, la vibra-
zione del cervello e il movimento degli spiriti [animali], una nuova emozione
e un nuovo sentimento dell’anima, e infine una sensazione di dolcezza che
accompagna sempre le passioni, e che le rende tutte piacevoli
14
.
Altro punto di contatto tra la teoria Malebranche e quella di Vico –
che nondimeno si allontanano là dove il primo sostiene la convenziona-
lità del linguaggio, mentre la posizione del secondo a riguardo è più
complessa, articolata e stratificata
15
– sta nell’idea che il linguaggio di
cui ordinariamente ci serviamo ha un’origine popolare. Come si è
detto, alla luce della
Ricerca della verità
, gli uomini sono obbligati ad
utilizzare le parole che hanno avuto successo nella pratica; e le parole
sono espressioni abbreviate che l’uso popolare ha fatto di diverse idee
oscure e confuse. Nella
Scienza nuova
del 1744 Vico enuncia quel prin-
incominciare tutti monosillabi […] » [I
D
.,
Scienza nuova
1725 (d’ora in poi
Sn25
), §
370, in
Opere
, cit., pp. 1156-1157]. Si veda anche I
D
.,
De uno universi iuris principio et
fine uno
, caput CXLIX, § 2, in I
D
.,
Opere giuridiche
, a cura di P. Cristofolini, Firenze,
1974, pp. 184-187: «Imperocché, nelle lingue nacquero in prima le interjezioni, le quali
sono le prime voci umane per cui prorompono le impetuose passioni, e sempre in ogni
lingua ritrovansi monosillabe [
monosyllabas in omnibus ferme linguis observes
], quali le
deve usare l’infanzia».
14
RV
, V, X,
OC
II, 221;
Œuvres
, I, p. 570 (tr. it. cit., p. 533).
15
Le lingue sono per natura, non per convenzione, perché manifestazioni di una lingua
mentale comune a tutti i popoli (cfr.
Sn44
, § 161, cit., p. 160). Per approfondire la conce-
zione vichiana secondo la quale tutti i linguaggi umani, e in particolare quello delle origini,
sono naturali, si consulti l’ormai classico lavoro di G. C
ANTELLI
,
Mente corpo linguaggio.
Saggio sull’interpretazione vichiana dei miti
, Firenze, 1986, in partic. pp. 32-40. Sui proble-
mi interpretativi che pongono i testi vichiani in relazione alla questione della naturalità o
artificialità del linguaggio e alle tre fasi dell’evoluzione delle lingue cfr. ancora I
D
.,
Umanità
sacra e umanità profana. Dalla lingua divina degli eroi ai parlari prosaici del Volgo
, in
Vico und
die Zeichen / Vico e i segni
, a cura di J. Trabant, Tübingen, 1995, pp. 131-144.