RAFFAELE CARBONE
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cipio di etimologia secondo cui la storia delle voci delle lingue natie
deve corrispondere all’ordine delle cose umane – in base al quale «[…]
prima furono le selve, dopo i tuguri, quindi i villaggi, appresso le città,
finalmente l’accademie»
16
– ed evoca il caso della lingua latina i cui
vocaboli ebbero in gran parte origini «selvagge e contadinesche»
17
.
Messe a confronto con la concezione vichiana del linguaggio, che
non posso qui esporre in tutta la sua estensione e complessità, le rifles-
sioni malebranchiane disseminate qua e là nella sua opera sembrano
poca cosa. Vorrei provare nondimeno ad inquadrarle nell’ambito della
spiegazione del legame tra idee e tracce proposta dall’Oratoriano, che
è una teoria sulla natura dei diversi tipi di segni che permettono agli
uomini di sopravvivere nel loro spazio-ambiente e di costruire società.
Nella
Recherche de la vérité
Malebranche individua tre fattori che ren-
dono possibile il nesso tra le idee presenti nella nostra mente (sfera psi-
chico-semantica) e le tracce del nostro cervello (sfera fisico-biologica), il
che mostra tra l’altro come il problema dei segni e del linguaggio rappre-
senti – lo sottolineava Ginette Dreyfus – un aspetto particolare di quello
dell’unione dell’anima e del corpo, anche se, a mio avviso, non è possibi-
le ricondurre integralmente il primo al secondo. L’ordine della classifica-
zione di questi tre tipi di cause varia da un’edizione all’altra del volumi-
noso primo lavoro del filosofo francese. Per ragioni di spazio non posso
soffermarmi sulle questioni legate a queste varianti e prenderò dunque in
esame i tre fattori che spiegano il legame tra idee e tracce nell’ordine in
cui li presenta la sesta edizione di quest’opera (1712). Mi limito nondi-
meno a segnalare due punti, peraltro ben messi a fuoco dalla stessa
Dreyfus nel suo saggio del 1966 sul fondamento del linguaggio in
Malebranche. Da un lato occorre tener presente che fin dalla prima edi-
zione della
Recherche
(1675) l’Oratoriano propende per una concezione
che individua un rapporto estrinseco tra segno e significato, pur ritenen-
do che l’esistenza del linguaggio non dipende dalla nostra libertà e dalle
nostre scelte. Dall’altro è importante ricordare che, nello sviluppo del
pensiero e del lessico malebranchiani, la nozione di «idea» non indica più
una modificazione della mente ma un’entità extra-mentale di cui la
mente ha percezione e che agisce sul plesso anima-corpo
18
.
16
Sn44
, § 239, cit., p. 519.
17
Ivi, § 240, p. 519.
18
Su questi punti cfr. G. D
REYFUS
,
Le fondement du langage dans la philosophie de