GENESI E DECADENZA DEL LINGUAGGIO
21
A questo punto posso esaminare le tre cause del legame tra idee e
tracce. La prima causa è la natura o la volontà costante e immutabile di
Dio. La seconda è l’identità del tempo: se un certo pensiero è presente
nella mente per tutto il tempo in cui nel nostro cervello ci sono certe
tracce relative a particolari sensazioni (visive, sonore, ecc.), l’anima sarà
modificata dallo stesso pensiero quando nel cervello si produrranno
quelle stesse tracce che l’hanno già una volta accompagnato. La terza è
la volontà degli uomini, che manifestano un’inclinazione naturale ad
accordarsi tra loro per attribuire determinate idee a determinati segni
sensibili stabilendo così dei codici di comunicazione
19
.
Tra queste tre specie di tracce le prime sono le più forti e general-
mente sono simili in tutti gli uomini. Può essere utile pensare, alla luce
di un esempio malebranchiano, al legame tra i segni che produce nel
nostro cervello l’espressione del viso o il grido di un uomo o di un ani-
male sofferente, e che noi ascoltiamo lamentarsi, e la nozione di dolore
o il sentimento di compassione che si presenta nella nostra mente.
Questa modulazione del nesso idee-tracce rivela l’esistenza di un codi-
ce iscritto nella natura che regola i rapporti elementari tra gli uomini –
ma anche, del resto, quelli tra gli uomini e gli animali
20
– e istituisce così
la condizione di una possibile vita sociale
21
. Seguendo gli esempi male-
branchiani, esiste un legame spontaneo, indipendente dalla nostra
volontà, tra le tracce prodotte nel nostro cervello da un albero o una
montagna che noi vediamo e le idee che ne abbiamo, cioè le modifica-
zioni della nostra mente che costituiscono percezioni sensibili di que-
ste cose. D’altronde, le emozioni e la loro espressione – l’atteggiamen-
Malebranche
, in
Langage
, Actes du XIII Congrès des sociétés de philosophie de langue
française, Neuchâtel, 1966, pp. 137-142, in partic. 137-138.
19
RV
, II, I, V, § I,
OC
I, 216-218;
Œuvres
, I, pp. 160-161 (tr. it. cit., pp. 153-154).
20
«[…] & je souffre même, lors qu’un chien, que je croi n’avoir point d’ame, dit à
mes sens ou à moi par mes sens, qu’il souffre de la douleur, & qu’il a besoin de mon
secours: parce que Dieu a lié entr’eux tous ses ouvrages pour leur mutuelle conserva-
tion, d’une maniere sûre, & qu’on ne peut trop admirer» (I
D
.,
Réponse au livre des
vraies et des fausses idées
, XIII, § XVII, in
OC
VI, 104-105).
21
«Quand je vois la grimance d’un homme qui pleure, & les differens airs d’un
visage; je pense, en consequence des loix admirables de l’union de l’ame & du corps, à
sa misere & à ses besoins, sans qu’il y ait le moindre rapport entre des grimaces & la
tristesse. Cela me suffit pour la societé, | pour me porter à secourir mon prochain, sans
que j’aye une connoissance plus particuliere de la nature de son ame, & de la construc-
tion admirable de sa machine» (
Ibid.
,
OC
VI, 104).
1...,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20 22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,...152