RAFFAELE CARBONE
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to di un uomo che ci minaccia o ci teme – sono strettamente connesse
al corso degli spiriti animali e alle disposizioni fisiologiche del nostro
cervello. La manifestazione somatica delle emozioni costituisce ciò che
si percepisce all’esterno delle tracce cerebrali sedimentate a livello fisio-
logico e in particolare un’espressione periferica della disposizione inter-
na del nostro organismo. Tale espressione ha dunque un legame natura-
le con le nostre idee – ad esempio, di forza o debolezza – e i nostri sen-
timenti – ad esempio, di timore o coraggio
22
– che si rivelano fondamen-
tali nella gestione della vita associata
23
. Non è superfluo ricordare che
qui Malebranche sta esponendo e approfondendo un’idea – le passioni
sono segni naturali che consentono di riconoscere all’esterno moti del
corpo che sono i medesimi in tutti gli uomini – condivisa da molti suoi
contemporanei (si pensi a Cordemoy), che si radica in una situazione
culturale in cui era molto vivo l’interesse per la fisiognomica
24
.
Nel paragrafo del II libro della
Recherche
che tematizza il nesso tra
idee e tracce, l’Oratoriano non si sofferma tanto (o non solo) su quella
che potremmo definire la finalità biologica – l’esigenza di autoconser-
varsi – nascosta nel sedimentarsi di puntuali corrispondenze tra idee e
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RV
, II, I, V, § I,
OC
I, 217;
Œuvres
, pp. 160-161 (tr. it. cit., p. 153). Si tratta di
una reciprocità biunivoca cha agisce su un duplice livello: da un lato ci sono le dispo-
sizioni cerebrali (piano neuronale) e gli spiriti animali, che sono una sorta di influssi
nervosi (piano neurotrasmettitore: espressione somatico-fisiologica delle tracce); dal-
l’altro lato si collocano le percezioni (piano cognitivo) e i sentimenti, le passioni, le
emozioni (sfera emotiva). Ho sviluppato questo argomento nel mio libro
Infini et scien-
ce de l’homme. L’horizon et les paysages de l’anthropologie chez Malebranche
, Naples-
Paris, 2007, pp. 270-279.
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«Il n’y a point d’homme fait pour la societé, qui ne se tienne aux autres hommes,
& qui ne reçoive dans son cerveau des traces semblables à celles des personnes qui lui
parlent avec quelque émotion; & ces traces sont accompagnées des jugemens confus
dont je parle» (N. M
ALEBRANCHE
,
Conversations chrétiennes
, IV,
OC
IV, 104;
Œuvres
,
I, p. 1216). Questa tesi è ribadita all’inizio del quinto
Entretien
delle
Conversations
chrétiennes
(
ibid.
, V,
OC
IV, 108;
Œuvres
, I, p. 1220). L’edizione italiana delle
Conver-
sazioni cristiane
è a cura di A. Ingegno e con traduzione di L. Andrini, Firenze, 1999.
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Sulle passioni come segni naturali, distinte dai segni arbitrari, si veda G.
DE
C
ORDEMOY
,
Discorso fisico sulla parola
, a cura di E. Lojacono, Roma, 2006, pp. 155,
178. Per un’analisi dell’opera di Cordemoy e una ricostruzione delle discussioni in cui
essa si colloca cfr. l’introduzione a questa edizione di Ettore Lojacono,
Gérauld de
Cordemoy nella cultura cartesiana e delle Accademie
, pp. 7-105 e alcune note al testo, in
partic. p. 204, note 18-19, dove Lojacono evoca gli autori che nella seconda metà del
Seicento hanno preso posizione su questo tema (tra questi Cureau de la Chambre e
Charles Le Brun).
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«[…] cette liaison n’est point absolument nécessaire pour vivre, mais seulement