RAFFAELE CARBONE
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Il discorso umano, anche quando esso vuol esporre le verità della
Ragione, non può che dispiegarsi in un certo tempo e implicare una
certa attività di costruzione-combinazione di segni. Le idee e le loro
relazioni iscritte nella Ragione universale sono invece eterne, necessa-
rie, immutabili, in altre parole
non fatte
. Questo punto può chiarirsi
ulteriormente alla luce degli sviluppi, dei tempi, delle pause e dell’an-
damento delle conversazioni dei personaggi dei dialoghi malebranchia-
ni, come Teodoro e Aristo negli
Entretiens sur la métaphysique et la reli-
gion
: l’attività tesa a comunicare ad altri le verità metafisiche e morali
per mezzo del linguaggio produce una struttura discorsiva che si arti-
cola in molteplici momenti e su diversi piani (domande, risposte, obie-
zioni, pause, raccomandazioni rivolte a consultare la verità interiore nel
silenzio dei sensi, ecc.). La discontinuità, peraltro, si manifesta nel pas-
saggio dalla parola interiore (il pensiero dell’autore) alla parola scritta
(le parole dei personaggi), nel corso del quale si determina una cesura
tra l’una e l’altra nella misura in cui la parola interiore rivela qualcosa
di residuale che non trova mai un’espressione compiuta nella scrittura;
d’altra parte lo iato e l’intermittenza si esprimono nel ritmo e nella
struttura stessa del testo che si costruisce – ho sempre in mente i dialo-
ghi di Malebranche – grazie alla voce di due, tre personaggi
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.
Le nostre formule che intendono comunicare ciò che abbiamo
appreso nell’ascolto della verità interiore – se siamo stati capaci di tene-
re a bada i sensi, l’immaginazione, le passioni – sembrano essere imper-
fette e insufficienti rispetto alle idee e alle verità che esse vorrebbero
esprimere. Si produce dunque uno scarto tra il nostro linguaggio, le
espressioni con cui tentiamo di esporre le verità che ci comunica la
Ragione universale e quei contenuti di verità che abbiamo appreso
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Per un riscontro testuale rinvio agli
Entretiens sur la métaphysique et sur la reli-
gion
:
EMR
, I,
OC
47-48;
Œuvres
, II, pp. 669-670 (tr. it. cit., pp. 91-94). All’interno
della costruzione letteraria degli
Entretiens
Malebranche mette in atto un lavoro conti-
nuo, incessante di delucidazione del linguaggio e di emendazione dei nostri pregiudizi,
un esercizio che prepara gli interlocutori all’ascolto della Parola interiore, quella Parola
che è comunicata dalla Ragione. Le pause, i silenzi meditativi tra un
entretien
e l’altro
costituiscono i momenti in cui i personaggi consultano interiormente la Ragione. Le
cesure tra gli
entretiens
sono pertanto una componente saliente degli stessi colloqui. Se
il rapporto della mente umana con la Ragione si struttura nei due momenti della
consultazione e dell’ascolto, della domanda e della risposta, nei dialoghi malebran-
chiani, questi due segmenti del rapporto tra la mente umana e la Ragione sono a loro
volta preceduti e seguiti dalle conversazioni tra i personaggi, intessute di domande, ri-
sposte, rettifiche, chiarimenti, ecc.
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