RAFFAELE CARBONE
34
Nel
Traité de morale
, lo si è visto, Malebranche scrive che l’uso prin-
cipale delle parole dovrebbe consistere nel rappresentare le idee pure
della mente. Ora, che si interpretino le «idées pures de l’esprit» come le
nostre percezioni intellettuali (in altri termini, modificazioni della nostra
mente il cui oggetto sono le idee nella loro purezza, non trascritte in ter-
mini sensibili-immaginativi) o direttamente come le idee efficaci che agi-
scono sul nostro intelletto, il concetto di «représenter» significa: esprime-
re, trascrivere ciò che già si è presentato alla mente, come attesta una let-
tera di Malebranche del 14 gennaio 1684
56
. La rappresentazione che si
manifesta nel processo temporale del discorso non fa che dispiegare per
mezzo di connessioni logico-linguistiche quelle verità concettuali colte
interiormente – attraverso una modalità di apprensione non riducibile
alla pura espressione verbale – dall’intelletto illuminato dalla Ragione
universale, ovvero, nel linguaggio teologico, ciò che è stato detto dal
Verbo, la Parola che sempre precede onto-logicamente il dire umano:
«Parole qui a toujours été dite, qui se dit, et qui se dira toujours», secon-
do la formula delle
Méditations chrétiennes et métaphysiques
. Pertanto la
successione delle parole traduce le connessioni tra le idee conosciute dal-
l’intelletto dell’uomo quando questi canalizza le potenzialità della sua
mente in direzione delle stesse idee efficaci che agiscono sull’intera sfera
56
«Je vous prie […] Mon R. P. de mediter un peu sur la notion qu’on doit attacher
au mot representer, car pour moi je crois qu’à parler exactement et en rigueur, rien de
ce qu’on voit immediatement n’est representé, mais seulement presenté, qu’on ne voit
que ce qui est, que l’idée contient ce qu’on voit en elle, que c’est precisement ce qu’on
voit qui affecte l’ame par son efficace, qu’ainsi les realitez intelligibles sont plus nobles
que celles que Dieu forme sur elles comme modeles […], en un mot je croi que la
Substance divine comme participable par les creatures en est representative parce
qu’elle affecte les esprits par ce qui est en elle, qu’elle veut communiquer aux creatures»
(N. M
ALEBRANCHE
, Lettre du 14 janvier [1684 ?], Malebranche à [?],
OC
XVIII, 280).
57
Sulla nozione di «efficacia» cfr. essenzialmente
RV
, IV, XI, § III (aggiunte del-
l’edizione del 1700),
OC
III, 103;
Œuvres
, II, p. 463 (tr. it. cit., p. 434);
Réponse à la
troisième Lettre de M. Arnauld
,
OC
IX, 958, 961;
Écrit contre la prévention contenant
un abrégé du Traité de la nature et de la grâce
,
OC
IX, 1066-1067;
EMR
,
Préface
,
OC
XII, 9;
Œuvres
, II, p. 662;
Troisième Lettre à Dortous de Mairan
, 12 juin 1714,
OC
XIX,
885;
Œuvres
, II, p. 114 (
Terza risposta di Malebranche
, in C. S
ANTINELLI
,
Meditare l’in-
finito. La corrispondenza di N. Malebranche con J.-J. Dortous de Mairan (1713-1714)
,
Urbino, 2004, p. 66). Sul concetto di «efficacia», sui luoghi in cui esso appare e sulle
conseguenze che comporta nel lessico e nel sistema malebranchiani la connotazione
delle idee come «efficaci» si vedano i classici lavori di M. G
UÉROULT
,
Malebranche.
I. La vision en Dieu
, Paris, 1955, pp. 153-202 e A. R
OBINET
,
Système et existence dans
l’œuvre de Malebranche
, Paris, 1965, pp. 259-272.
1...,24,25,26,27,28,29,30,31,32,33 35,36,37,38,39,40,41,42,43,44,...152