GENESI E DECADENZA DEL LINGUAGGIO
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dell’anima producendo le sue modificazioni percettive e affettive
57
. Lo
sviluppo temporale del discorso che rappresenta le idee esprime il carat-
tere discorsivo del pensiero, che procede in modo mediato cogliendo
successivamente i nessi tra le idee (ad esempio i rapporti che sussistono
tra due numeri o tra due entità geometriche) articolando i rapporti inter-
ni ed esterni di un concetto o di una rete di concetti. Dire – e pensare –
una cosa e in seguito un’altra cosa significa collegare, concatenare delle
idee o, per essere più aderenti alle tesi malebranchiane, sviscerare le con-
catenazioni che già sempre sussistono tra le idee.
Interrogare o consultare la Ragione è un’operazione che non si svol-
ge nei modi e nei tempi del dialogo interumano, per quanto un certo
tipo di
entretien
può risvegliare e stimolare questo rapporto interiore
ed ermeneutico tra la mente e la
Ratio
. A riguardo è ancora Agostino
che può essere d’aiuto nel far luce sul pensiero malebranchiano. Nel
De
magistro
egli scrive che se io apprendo certi oggetti intelligibili – vale a
dire ciò che può essere contemplato dalla mente – con il semplice
occhio interiore («
simplici oculo videt
»), conosco queste realtà in virtù
della mia contemplazione e non per mezzo delle parole di un altro indi-
viduo che pur può orientarmi nel conoscere. Colui al quale comunico
determinate verità non è istruito dalle mie parole, ma dalle cose stesse
che gli si manifestano, poiché Dio le rivela nella sua interiorità («
doce-
tur enim non verbis meis, sed ipsis rebus deo intus pandente manife-
stis
»)
58
. Per tutte le cose di cui una mente finita può avere intelligenza,
non è l’uomo che parla con voce che risuona dal di fuori che io ascol-
to, ma è nella mia interiorità che io ascolto la verità che presiede la stes-
sa mente: le parole mi hanno semplicemente invitato a consultare la
verità («
verbis fortasse ut consulamus admoniti
»)
59
.
Tornando a Malebranche, è interessante considerare un aspetto
degli
Entretiens sur la métaphysique et sur la religion
e prendere in
esame i due interlocutori della
fictio
dialogica. Teodoro può cercare di
comunicare ad Aristo le verità che egli ha colto consultando la Ragione
che gli parla nella sua interiorità, può inoltre spingerlo a consultarla,
tuttavia la consultazione richiede sforzo, attenzione, un lavoro indivi-
duale che trascende la sfera del linguaggio, il piano discorsivo delle
domande e delle risposte umane. La Parola che io consulto e che mi
parla interiormente, quando il mio intelletto si lascia illuminare dalle
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A
GOSTINO
,
De magistro/Il Maestro
, cit., XII, § 40, pp. 1744-1745.
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Ivi, XI, § 38, pp. 1740-1741.
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