RAFFAELE CARBONE
38
ca del linguaggio e delle società, Malebranche invece, pur non discono-
scendo il senso e la ragionevolezza della vita associata – in cui il lin-
guaggio si rivela come una costruzione convenzionale dell’umanità
decaduta – , intende approfondire quella dimensione interiore in cui si
sospendono i nessi linguistico-sociali abituali e si instaura un rapporto
ermeneutico con la Ragione universale e dove la componente relazio-
nale, quando appare (si pensi alla struttura dialogica di alcune sue
opere o all’epistolario), resta comunque funzionale all’apprensione
interiore dei contenuti di verità presenti nella trama della
Ratio
infini-
ta. Inoltre, mentre Vico scopre e valorizza la funzione prelogica del lin-
guaggio
64
, il filosofo francese coglie una cesura tra la valenza semantica,
logico-ermeneutica, che dovrebbe avere la parola e gli usi linguistici
abituali: le parole, sorte per implementare la vocazione socio-comuni-
cativa co-originaria all’uomo, si depauperano e avvizziscono nella vuota
reiterazione di opinioni, discorsi e narrazioni dell’immaginazione che
circolano nei consorzi umani. In altri termini, per Malebranche, tra la
dimensione linguistica quotidiana, su cui i sensi, l’immaginazione e le
passioni imprimono il loro marchio, e la funzione logica del linguaggio
– rappresentazione dei contenuti teoretico-morali dell’orizzonte meta-
storico della Ragione – sembra difficile intravedere una relazione di
continuità. Un possibile nesso potrebbe forse profilarsi se i movimenti
dei sensi e della passioni quali si manifestano nelle ordinarie relazioni
umane non travalicassero la loro pregnanza biologico-sociale
65
e se la
forza dell’immaginazione fosse disciplinata dall’intelletto, che a sua
volta regola le proprie dinamiche sulle idee
66
: ma queste operazioni non
sono certo impresa facile e comoda per l’individuo immerso nei molte-
plici commerci della società.
Constatando e lamentando l’uso distorto delle parole e il declino del
linguaggio rispetto alla sua funzionalità primaria, Malebranche sembra
allora voltare le spalle alla città, ai luoghi di incontro e dialogo tra gli
uomini – o piuttosto ad un certo modo di declinare la comunicazione
64
Cfr. K. O. A
PEL
,
L’idea di lingua nella tradizione dell’umanesimo da Dante a Vico
[
Die Idee der Sprache in der Tradition des Humanismus von Dante bis Vico
, Bonn,
1963], tr. it. Bologna, 1975, pp. 432, 474
65
Tra i luoghi malebranchiani dove si riscontra un’esplicita valorizzazione delle
sensazioni in vista di un interesse biologico si veda
RV
,
Éclaircissement XIII
,
OC
III,
182-184;
Œuvres
, I, pp. 952-953.
66
Cfr.
RV
, III, II, III,
OC
I, 425-427;
Œuvres
, p. 329-330 (tr. it. cit., p. 312);
EMR
,
V, § XII,
OC
XII, 125-126;
Œuvres
, II, pp. 756-757 (tr. it. cit., pp. 182-183).
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...152