RAFFAELE CARBONE
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mettere in luce tanto le parole quanto le cose del mondo umano, vale a
dire la sfera della filologia
69
. Se Malebranche coglie lo scarto tra il piano
umano temporale
70
e il piano delle risposte che la Ragione universale dà
alle nostre domande, risposte che, lungi dall’esser
fatte
, sono eterne,
immutabili, necessarie, e se in tal modo l’Oratoriano sembra quasi sug-
gerire che l’ambito del linguaggio umano e della vita associata è la sfera
del
fare
, sarà tuttavia Vico a gettarsi in questo territorio per realizzare e
legittimare un’indagine volta a ricostruirne la genesi e a comprenderne
le leggi; nel far questo il filosofo napoletano sosterrà che il linguaggio è
originariamente in rapporto con la verità e, prendendo parte per i «filo-
sofi politici» contro i «filosofi monastici o solitari», cercherà un vero
che non vive fuori dal sociale, ma si incarna e si contamina in esso
71
.
R
AFFAELE
C
ARBONE
I
D
.,
Vico y Malebranche
, in «Cuadernos sobre Vico» IX-X (1998), pp. 75-88; A. D
EL
N
OCE
,
Il problema dell’ateismo. Il concetto di ateismo e la storia della filosofia come pro-
blema
, Bologna, 1964,
passim
; A. I
NGEGNO
,
Da Malebranche a Vico
, in
Filosofia e cul-
tura. Per Eugenio Garin
, a cura di M. Ciliberto e C. Vasoli, Roma, 1991, pp. 495-529;
E. N
UZZO
,
Tra ordine della storia e storicità. Saggio sui saperi della storia in Vico
, Roma,
2001, pp. 90-91, 207-208; A. S
TILE
,
Anatomia dell’anima: tra Malebranche e Vico
, in
Vico tra la l’Italia e la Francia
, a cura di M. Sanna e A. Stile, Napoli, 2000, pp. 263-286;
P. F
ABIANI
,
La filosofia dell’immaginazione in Vico e Malebranche
, Firenze, 2002.
69
«[…] il Vico intese non esservi ancora nel mondo un sistema, in cui accordasse
la miglior filosofia, qual è la platonica subordinata alla cristiana religione, con una filo-
logia che portasse necessità di scienza in entrambe le sue parti, che sono le due storie,
una delle lingue, l’altra delle cose» (G. V
ICO
,
Autobiografia
, cit., p. 45). Cfr. inoltre I
D
.,
De constantia iruisprudentis
,
Pars posterior
(
De constantia philologiae
),
Caput
I, § 1 e
Caput
VII, § 1-2, in
Opere giuridiche
, cit., pp. 386-387, 424-425. «E per ‘filologia’ il
Vico non intende solamente lo studio delle parole e della loro storia, ma, poiché alle
parole sono annesse le idee delle cose, anzitutto la storia delle cose […]. La filologia
insomma (nel significato vichiano, che è poi il significato esatto) abbraccia non sola-
mente la storia delle lingue e delle letterature, ma quella altresì delle idee e dei fatti,
della filosofia e della politica» (B. C
ROCE
,
La filosofia di Giambattista Vico
, cit., p. 39).
70
È la dimensione in cui abbiamo bisogno di tempo per pronunciare e ascoltare
parole che possono essere prive di significato oppure utili nelle pratiche quotidiane o
ancora, nel migliore dei casi, esprimere in una codificazione umana le verità eterne e
necessarie.
71
Sn44,
§§ 129-130, cit., p. 496.