ANDREA SANGIACOMO
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esemplifica quel tipo di pensiero che vive della cancellazione stessa di
ogni traccia:
la subordinazione della traccia alla presenza piena, riassunta nel logos, l’abbas-
samento della scrittura al di sotto di una parola che sogna la sua pienezza: […]
solo l’infinito positivo può togliere la traccia
2
.
Per i creazionismi, in quanto pensano l’assoluta dipendenza di ogni
essente dal
logos
creatore
,
il discorso sembra abbastanza evidente:
l’esempio di Spinoza – un logocentrista non creazionista – conferma però
che l’attitudine alla cancellazione è propria del logocentrismo
qua talis
.
Per quanto riguarda Vico, la sua presenza «resta lì a borbottare
senza riscatto negli scantinati delle note alla
Grammatologia
»
3
, nella sua
seconda sezione, dedicata a Rousseau. Derrida afferma chiaramente la
rilevanza di quest’ultimo:
tra Descartes e Hegel, Rousseau è sicuramente il solo o il primo che faccia un
tema ed un sistema della riduzione della scrittura […] a partire da un nuovo
modello della presenza: la presenza a sé del soggetto nella
coscienza
o nel
sen-
timento
4
.
Vico fa da controcanto a Rousseau e viene citato come antesignano
5
,
quindi anche lui
a fortiori
immischiato nel logocentrismo e nella sua
opera di dominio.
La tradizione logocentrica dell’Occidente ha costretto il testo a esse-
re segno vincolato alla
phoné,
unica vera portatrice del senso – univo-
co, assoluto, determinato. Il testo è stato inteso come un mero suppor-
to, privo di ogni autonomia, completamente subordinato al suo ruolo.
Ma questa tradizione fa sorgere il sospetto che in realtà l’operazione
compiuta dalla metafisica sia nei fatti la repressione violenta della stes-
sa natura testuale. La
phoné
del
logos
ha costretto il testo a essere un
saranno riportate facendo riferimento all’edizione appena citata secondo le abbrevia-
zione ivi utilizzate, eccezion fatta per l’epistolario che sarà citato con il riferimento alla
pagina.
2
J. D
ERRIDA
,
Della grammatologia,
cit., p. 104.
3
J. T
RABANT
,
La scienza nuova dei segni antichi. La sematologia di Vico
[
Neue
Wissenschaft von alten Zeichen: Vicos Sematologie,
Frankfurt a. M., 1994], tr. it. Roma-
Bari, 1996, p. 125. Per un tentativo di lettura dell’affinità tra certi aspetti del pensiero
derridiano e la riflessione vichiana sulla metafora, cfr. invece N. P
ERULLO
,
Topica, criti-
ca grammatologia. Vico attraverso Derrida
, in «Aut Aut», 1999, 293-294, pp. 183-220.
4
J. D
ERRIDA
,
Della grammatologia
, op. cit., p. 144.
1...,34,35,36,37,38,39,40,41,42,43 45,46,47,48,49,50,51,52,53,54,...152