«HISTORIA SINCERA»
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sé la possibilità di molteplici mete: l’ambiguità del segno può portare a
smarrire la via per giungere al significato reale che quel segno avrebbe
dovuto indicare. In tal senso, il problema ermeneutico nasce e si fonda
sul riconoscimento esplicito delle molteplici possibilità semantiche
insite in ogni significante, il quale è anche sempre
traccia
immaginativa
e fantastica
18
. Proprio per lottare contro questa ambiguità, è necessario
stabilire un sentiero certo e sicuro, un
metodo di interpretazione:
per riassumerlo in breve affermo che il metodo di interpretazione della
Scrittura non differisce dal metodo di interpretazione della natura, ma si
accorda completamente con esso. Il metodo di interpretazione della natura,
infatti, consiste soprattutto nell’approntare una storia della natura, da cui con-
cludere, come da dati certi, le definizioni delle cose naturali. Analogamente,
per interpretare la Scrittura è necessario approntare una storia disinteressata
[
sinceram historiam adornare
], e ricavare da essa, per mezzo di deduzioni legit-
time tratte da principi e dati certi, la mente dell’autore (TTP7, 2).
Spinoza intende dimostrare l’implausibilità tanto dell’approccio
razionalista di Maimonide – e dell’amico Meyer –, che pretendono di
leggere nella Scrittura profonde verità di ragione, quanto quello dei
‘teologi’ che vorrebbero sottrarre del tutto il testo sacro all’intelligibili-
tà razionale
19
. La ragione non ha il diritto di assumere che la Scrittura
come tale
sia razionale,
cioè esprima necessariamente contenuti veri,
ma può tuttavia approntarne un’
interpretazione
razionale, basata cioè
su un metodo – di baconiana memoria – analogo a quello impiegato per
la decifrazione del
gran libro
della natura. In tal modo, la ragione non
pretende già di ritrovare se stessa nel testo ma nemmeno concede che
quel testo possa essere qualcosa di
sopra-naturale.
Se una è la realtà,
uno è l’ordine dei fenomeni e quindi uno è il modo per giungere a com-
Spinoza et le signe: la genèse de l’imagination,
Paris, 2005; I
D
.,
Le geste de Dieu. Nature
et origine du signe chez Spinoza,
in «Rivista di Storia della Filosofia» XXII (2010) 1, pp.
57-71.
18
L’attribuzione di un significato a un significante è per Spinoza un processo basa-
to su memoria e abitudine, quindi soggetto ai condizionamenti delle circostanze, cfr.
E2P18S: «dal pensiero della parola
pomum
un romano passa immediatamente al pensie-
ro di un frutto che non ha alcuna somiglianza con quel suono articolato né qualcosa in
comune, se non che il corpo dello stesso uomo è stato affetto spesso da queste due cose,
cioè lo stesso uomo ha udito spesso la parola
pomum
mentre vedeva lo stesso frutto».
19
Per queste critiche cfr. TTP7, 19-22. Sul contesto teologico calvinista che può
verosimilmente concepirsi come il reale obiettivo polemico di Spinoza, cfr. T. V
ERBEEK
,
Spinoza’s theologico-political treatise: exploring ‘the will of God’
, London, 2003.
1...,39,40,41,42,43,44,45,46,47,48 50,51,52,53,54,55,56,57,58,59,...152