«HISTORIA SINCERA»
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Il secondo momento del metodo, procede invece in senso contrario:
come nell’osservare le cose naturali ci sforziamo innanzitutto di scoprire ciò
che è assolutamente universale e comune a tutta la natura […] e di qui passia-
mo gradatamente alle altre cose meno universali, così alla storia della Scrittura
dobbiamo chiedere ciò che è universalissimo, nonché base e fondamento di
tutta la Scrittura, e infine ciò che nella Scrittura è raccomandato da tutti i pro-
feti come dottrina eterna e utilissima a tutti i mortali (TTP7, 6).
Se la compilazione dell’
historia
scritturale consente una visione
sinot-
tica
del testo, ottenuta ricomponendo le varie voci in un tutto coeso e
ordinato in base a criteri storici e linguistici, è possibile anche
dedurre
da essa quali debbano essere considerati gli insegnamenti più generali, e
quali invece gli aspetti evidentemente legati alla particolarità delle circo-
stanze. Ciò che ricorre uguale in molti è evidentemente qualcosa che
non dipende dalla specificità di ciascuno, ma può essere considerato
una
nozione comune
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,
cioè una verità universale. Per usare una metafo-
ra scientifica quanto mai appropriata, una volta ordinati i dati sperimen-
tali, è possibile interrogarli per dedurne una legge di regolarità e discer-
nere in essi ciò che pare costante da ciò che è invece contingente.
Spinoza non nega che, anche con ciò, molti possano essere i passi
destinati a rimanere oscuri
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. Anzi, in un certo senso questo è un risul-
tato strumentale a sostenere la sua delegittimazione dello sfruttamento
ideologico dei testi sacri a fini politici e di oppressione. Il punto è cen-
trale: il metodo razionalistico proposto, approccia la lettura da un
punto di vista razionale, ma non intende presupporre nulla di raziona-
le nel testo in sé, quindi si limita a rilevare le dottrine comuni e condi-
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Nel contesto del TTP questo termine non è ancora impiegato nell’accezione e
secondo la definizione tecnica fornita da E2P38-40, ma nel senso tradizionale di assio-
mi universalmente condivisi e validi – rispetto a cui l’analisi svolta nell’
Etica
servirà a
mostrare
la causa
di tale validità ossia fornire una definizione
genetica
delle stesse
nozioni comuni.
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Cfr. TTP7, 17: «Sono queste, secondo quanto mi ero proposto di mostrare, tutte
le difficoltà del metodo di interpretazione della Scrittura concepito a partire dalla sua
storia. Le ritengo talmente grandi che non esiterei ad affermare che noi, in numerosi
luoghi, ignoriamo o possiamo solo indovinare senza certezza il vero senso della
Scrittura. Ma, in sostanza, si deve osservare ancora una volta che tutte queste difficol-
tà possono solo impedirci di cogliere la mente dei profeti in relazione a cose incom-
prensibili, le quali si possono solo immaginare, non certo in relazione a cose che pos-
siamo cogliere con l’intelletto e di cui ci possiamo formare un chiaro concetto».