«HISTORIA SINCERA»
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dottrina comune della Scrittura – la legge divina naturale – è infatti per-
fettamente accessibile alla ragione e, nonostante quanto Spinoza affer-
mi esplicitamente, è
dimostrabile
da essa. Proviamo a chiarire breve-
mente in che senso.
Per Spinoza «la fede non è altro che sentire intorno a Dio cose tali
che, ignorate, è tolta l’obbedienza verso Dio» (TTP14, 5), le quali ven-
gono individuate in sette dogmi della religione razionale naturale:
I. Esiste Dio […] II. Dio è unico […] III. Dio è presente ovunque, ossia tutto
gli è manifesto […] IV. Dio ha supremo diritto e dominio su tutto […] V. Il
culto di Dio e l’obbedienza verso Dio consistono nella sola giustizia e nella
sola carità, ossia nell’amore verso il prossimo […] VI. Tutti quelli che obbedi-
scono a Dio secondo questa regola di vita sono salvi […] VII. Dio perdona i
peccati di coloro che si pentono (TTP14, 10).
Se queste dovrebbero essere le verità di cui la fede è portatrice, con-
frontiamole però con le verità dimostrate dalla ragione:
Dio […] esiste necessariamente (E1P11). Oltre a Dio non si può dare né può
essere concepita alcuna altra sostanza (E1P14). Dio è causa immanente di
tutte le cose (E1P18). In natura non si dà nulla di contingente, ma tutto è
determinato dalla necessità della natura divina (E1P29). Il bene che chiunque
segua la virtù appetisce per sé, lo desidererà anche per gli altri uomini e tanto
più quanta maggiore conoscenza di Dio avrà avuto (E4P37). La beatitudine
non è il premio della virtù ma, ma la virtù stessa (E5P42). In quanto conosce
tutte le cose come necessarie, la mente ha una maggiore potenza sugli affetti,
ossia ne patisce meno (E5P6).
Certamente, concetti come ‘salvezza’, ‘obbedienza’ e ‘pentimento’,
non sono immediatamente riducibili a formulazioni razionali. Ma al di
là della
quaestio nominis
, non sembra che il loro significato sia poi così
distante da quello che può essere meglio colto mediante i concetti di
virtù e conoscenza. Cosa significa essere salvi se non conoscere adegua-
tamente le cose e agire secondo virtù?
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E cosa significa pentirsi se non
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Nella sua lettera del 28 Gennaio 1665 a van Blijenberg, Spinoza parlava per altro
dei «mezzi di cui Dio si serve per condurre all’amore di sé, cioè alla salvezza» (cfr. B.
S
PINOZA
,
Opere,
cit., p. 1370), ponendo evidentemente l’equivalenza tra amore intellet-
tuale di Dio – che sorge dal culmine della conoscenza di terzo genere – e salvezza. In
una nota del
Breve trattato
(ivi, p. 182), leggiamo inoltre: «Senza [il terzo genere di
conoscenza] non possiamo mai liberarci dalle passioni […]. Non sarebbe questo ciò di