«HISTORIA SINCERA»
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tutti possono certamente obbedire, ma solo pochissimi […] possono acquisi-
re l’abito della virtù per la sola guida della ragione. Perciò, se non avessimo la
testimonianza della Scrittura, dubiteremmo della salvezza di quasi tutti i mor-
tali (TTP15, 10).
La fede in realtà non è
strettamente necessaria
alla salvezza: lo è sol-
tanto per coloro che, non riuscendo ad accedere alla contemplazione
razionale, vivono nell’immaginazione e per esser salvi hanno dunque
bisogno di obbedire alla legge della pietà.
Non solo, la stessa
historia
da cui il metodo dovrebbe
dedurre
le dot-
trine universali della Bibbia e che costituisce dunque la condizione di
possibilità dell’interpretare stesso, dipende intrinsecamente dal lin-
guaggio e dalla sua natura, giacché solo
la lettera
della Scrittura può
essere la via legittima per accedervi. Ma ciò impone la domanda, a que-
sto punto fondamentale: in che misura il linguaggio stesso è realmente
autonomo dalla ragione?
27
A differenza di altri aspetti del suo pensiero, la concezione spinozia-
na della lingua è perfettamente in linea con la tradizione moderna del
convenzionalismo – Hobbes in testa
28
. Se la parola è solo un segno della
cosa, questo segno è certo
fittizio,
cioè immaginario, quindi solo relati-
vamente capace di indicare con precisione la cosa. Tuttavia, poiché
«nelle idee non vi è nulla di reale per cui vengano dette false» (E2P33),
la parola può risultare fuorviante solo nella misura in cui esprime essa
stessa in modo parziale la cosa di cui parla. Ne viene che, in linea di
principio, è possibile ricostruire quale
avrebbe dovuto essere
in sé la
realtà nominata, quindi anche pervenire a un’
emendatio linguae
capace
di liberare il linguaggio medesimo dall’inadeguatezza espressiva che gli
27
Spinoza è esplicito nel condannare il tentativo di sottomettere la ragione
alla let-
tera,
cfr. TTP15, 3: «non cesserò mai di stupirmi che vogliano sottomettere la ragione,
il dono supremo e la luce divina, alle morte lettere, che l’umana malizia poté corrom-
pere, e che non ritengano affatto un crimine parlare indegnamente contro la mente, il
vero originale della parola di Dio, e asserire che essa è corrotta, cieca, perduta, mentre
il massimo crimine sarebbe, per loro, pensare queste cose della lettera e dell’idolo della
parola divina».
28
Sulla natura immaginativa del linguaggio e quindi la necessità di una sua emen-
dazione razionale, cfr. TIE §§88-89. Per una ricognizione complessiva del pensiero spi-
noziano sul tema, con particolare attenzione al suo radicamento nella tradizione uma-
nistica e moderna, cfr. F. B
IASUTTI
,
La dottrina della scienza in Spinoza,
Bologna, 1979,
pp. 133-194.
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,...152