ANDREA SANGIACOMO
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viene dalla sua natura immaginativa, o, per lo meno, ritradurre in un
linguaggio razionalmente sorvegliato quei medesimi contenuti espressi
immaginativamente
29
.
Non è un caso che il principale contributo spinoziano sul tema, con-
sista in quel grandioso tentativo di normalizzazione e razionalizzazione
della lingua sperimentato nel suo incompiuto
Compendio di Gram-
matica Ebraica.
Nella
Prefazione
agli
Opera posthuma
pubblicati nel
1677
,
Meyer scriveva in merito che «
in animo semper habuit Habraeam
Grammaticam, more Geometrico demonstratam, luci exponere
»
30
. In
effetti, da quanto ci è pervenuto dell’opera, emana il fermo proposito
di dar veste rigorosa alla natura magmatica e sfuggente della lingua
santa – che vichianamente potremmo chiamare una
lingua eroica –
,
normalizzandola, soggiogando le diverse espressioni a un numero sem-
pre implementabile di regole e norme, in modo da dimostrarne l’intrin-
seca
razionalità
31
.
Spinoza critica l’idea che l’ebraico possa essere stu-
29
Sulla valenza politica del linguaggio come mezzo di oppressione e quindi sul
significato che in tal senso può assumere il progetto di un’
emendatio linguae,
cfr. L.
B
OVE
,
La théorie du langage chez Spinoza,
in «L’Enseignement philosophique» XLI
(1991) 4, pp. 16-33.
30
Benché la
Praefatio
sia stata scritta originariamente da Jelles per la traduzione
nederlandese delle opere postume, il
Compendio
è incluso solo nell’edizione latina, sic-
ché traducendo la prefazione, Meyer aggiunge alcuni capoversi a riguardo. Per l’edizio-
ne di questo prezioso testo, ci riferiamo a F. A
KKERMAN
– H. G. H
UBBELING
,
The pre-
face to Spinoza’s Posthumous Works 1677 and Its Author Jarig Jelles,
in «Lias» VI (1979)
1, pp. 103-173.
31
Per un quadro generale sul contenuto dell’opera, cfr. A. S
EGRE
,
La grammatica
ebraica di Spinoza
, «La Rassegna Mensile di Israel» XLIV (1978), pp. 161-171;
J. G
RUNTFEST
,
Spinoza as a Linguist
, in «Israel Orientai Studies» IX (1979), pp. 103-
128; A. S. K
AYE
,
Spinoza as Linguist
, in «Hebrew annual Review» IV (1980), pp. 107-
125; L. A
MOROSO
,
Spinoza e la ‘lingua santa’,
in I
D
.,
Scintille ebraiche. Spinoza, Vico e
Benamozegh,
Pisa, 2004, pp. 39-62. Sulle fonti di cui poté disporre Spinoza nei suoi
studi linguistici, cfr. A. J. K
LIJNSMIT
,
Spinoza and Grammatical Tradition
, in
«Mededelingen vanwege het Spinozahuis» XLIX (1986). Sul problema della normati-
vità della lingua, resta invece fondamentale Z. L
EVY
,
The problem of normativity in
Spinoza’s ‘Hebrew Grammar’
, in «Studia Spinozana» III (1987), pp. 351-390, il quale,
tra l’altro, solleva l’interessantissimo parallelismo tra le regole grammaticali e le
notio-
nes communes,
che di lì a poco troveranno la loro definitiva sistemazione in E2P40S2
come
organon
della ragione – il Compendio è steso infatti all’incirca tra il 1669 e il 1675
mentre l’
Etica
è ufficialmente conclusa nel 1675, stando alla ricostruzione svolta in
O. P
ROIETTI
,
Il «Satyricon» di Petronio e la datazione della «Grammatica ebraica» spino-
ziana
, in «Studia Spinozana» V (1989), pp. 253-272. Infine, ulteriori interessanti infor-
mazioni, sia sulle fonti che sull’eventuale influsso della
Logique
di Port Royal e quindi