«HISTORIA SINCERA»
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diato unicamente sulla base della lingua biblica e delle sue testimonian-
ze: in quanto lingua viva e parlata un tempo dal popolo, essa doveva
risultare ben più ricca di quanto non ne possano dare testimonianza i
testi sacri. Tuttavia, gli unici esempi testuali impiegati vengono proprio
dalla Bibbia, in quanto è essenzialmente lì che la conoscenza linguisti-
ca trova la sua applicazione ermeneutica: si tratta infatti di riportare al
presente una lingua scomparsa, ridare realtà e vita alle tracce di una vita
trascorsa e sempre più destinata al silenzio dell’oblio.
In questo scarto tra le tracce che ci restano dell’ebraico e quello che
si ipotizza avrebbe dovuto essere, può ottenere legittimazione la ricer-
ca di fondamenti e norme, in virtù delle quali mostrare come le ecce-
zioni appaiano tali in quanto, per lo più, si ignorano le regole ad esse
sottese – proprio come i miracoli, che altro non rivelano se non l’igno-
ranza delle leggi naturali da parte di chi vi crede. Il fatto che spesso
Spinoza finisca per ammettere forme di cui non si hanno testimonianze
è un buon indice del suo atteggiamento nei confronti della lingua: non
importa cosa
di fatto
esiste o ci è noto, se qualcosa
segue
da una certa
regola, allora in linea di principio
deve poter esistere,
a prescindere che
ne abbiamo o meno conoscenza. L’anima della lettera, si potrebbe quin-
di dire, non è tanto lo spirito, ma la
ragione
stessa: la radice di ogni
ambiguità
strutturale
insita nei segni linguistici è così eliminata a priori
mediante la loro ridefinizione e regimentazione
ordine geometrico
.
Per dare un esempio tra tutti, val la pena riflettere sul fondamento
stesso dell’intero
Compendium:
per nomen intelligo vocem, qua aliquid, quod sub intellectum cadit, significa-
mus, vel indicamus. Cum autem quae sub intellectum cadunt, sint vel res,
rerumque attributa, modi, & relationes, vel actiones, actionumque modi, &
relationes, hinc Nominum genera facile colligimus
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.
del razionalismo linguistico cartesiano sono presentate da G. G
ONZÁLEZ
D
IÉGUEZ
,
nella sua introduzione a B. S
PINOZA
,
Compendio de gramática de la lengua hebrea,
tr. sp.
Madrid, 2005. Sempre in merito, cfr. infine G. L
ICATA
,
Spinoza e la ‘cognitio universa-
lis’ dell’ebraico. Demistificazione e speculazione grammaticale nel ‘Compendio di gram-
matica ebraica’
, in «Giornale di Metafisica» XXXI (2009) 3, pp. 371-407.
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B. S
PINOZA
,
Compendium grammatices linguaæ hebrææ,
4 voll., in
Spinoza Opera,
im Auftrag der Heidelberg Akademie des Wissenschaften, hrsg. v. C. Gebhardt,
Heidelberg, 1925, vol. II, p. 303.
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