ANDREA SANGIACOMO
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nella loro immane fierezza e sfrenata libertà bestiale, non essendovi altro
mezzo, per addimesticar quella ed infrenar questa, ch’uno spaventoso pensie-
ro d’una qualche divinità, il cui timore […] è ‘l solo potente mezzo di ridurre
in ufizio una libertà inferocita […], dobbiamo cominciare da una qualche
cognizione di Dio, della quale non sieno privi gli uomini quantunque selvaggi,
fieri e immani (
Sn44
, §§338-339)
35
.
Gli scopi generali dell’opera di Vico sono diversi da quelli del
Trat-
tato teologico-politico:
non si tratta di argomentare una tesi specifica –
l’indipendenza di ragione e religione, nonché la necessità della libertà
di pensiero – ma di fondare un’intera scienza, il cui oggetto dovrà esse-
re l’emergere e il costituirsi dell’umanità, quindi la genesi del mondo
storico e delle sue leggi. Tuttavia, i presupposti teorici di questa visio-
ne non sono di per sé lontani dalla prospettiva di Spinoza. Il pensiero
immaginifico e fantastico – quindi anche superstizioso – del divino, è
conseguenza della prima
Degnità
proposta da Vico: «l’uomo, per l’in-
diffinita natura della mente umana, ove questa si rovesci nell’ignoran-
za, egli fa sé regola dell’universo» (
Sn44
, §120). L’immaginazione, non
conosce direttamente le cose con cui si rapporta, ma solo il suo modo
di percepirle, quindi l’uomo tutto sensi e niente ragione degli albori,
doveva «far sé regola dell’universo», cioè poteva conoscere del mondo
solo ciò che ne immaginava, o, assai meglio, ciò che
ne pativa –
essen-
do carattere peculiare della prima umanità quello di esser costantemen-
te sottoposta a
violentissime passioni
. E che questa nuova scienza debba
principiare proprio da qui è a sua volta conseguenza di quell’altra
Degnità,
che suona così spinoziana: «l’ordine dell’idee dee procedere
secondo l’ordine delle cose» (
Sn44
, §238)
36
.
Vico tra l’Italia e la Francia
, a cura di M. Sanna e A. Stile, Napoli, 2003, pp. 361-387. Per
una discussione puntuale dei luoghi in cui Vico presenta la figura di Spinoza, cfr. P.
C
RISTOFOLINI
,
Une république de marchands. Note sur le Spinoza de Vico
, in
Recherches
sur la pensée de Vico
, teste réunis par P. Girard et O. Remaud, Paris, 2003, pp. 7-14.
35
Le citazioni dalla
Scienza nuova,
seguono il testo presentato in G. B. V
ICO
,
Scienza nuova
1744
,
in I
D
.,
Opere,
2 voll. a cura di A. Battistini, Milano, 1990, pp. 411-
971, riportando la sigla
Sn44,
seguita dal numero del paragrafo.
36
Cfr. E2P7: «l’ordine e la connessione delle idee sono identici all’ordine e alla
connessione delle cose». Se a prima vista quello vichiano pare un calco, ad una più
attenta analisi non possono sfuggire le pur radicali differenze tra le due formulazioni:
Vico non sta asserendo un’identità tra due ordini paralleli, quello delle cose e quello
delle idee, ma sta assumendo normativamente – sostituisce infatti l’«è identico» con il
«dee procedere» – che l’ordine delle idee debba rispecchiare l’ordine delle cose, cioè