ANDREA SANGIACOMO
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(
Sn44
, §341). Il divino,
in quanto immaginato in un certo modo
dagli
uomini, è il termine esplicito immanente alla storia che ne determina il
progressivo strutturarsi in
storia umana
. Ma si noti: non si tratta affatto
del divino in sé inteso, non è Dio
qua talis
che interviene, ma l’
immagi-
nazione tremenda del divino,
la sua
finzione –
intesa non solo come pro-
cesso fantastico ma anche come originaria
poiesis
creativa.
Ora, se è così delineato il quadro
filosofico
che è possibile tracciare
in base alle esigenze
logiche
di una scienza che voglia assumere come
suo oggetto i primordi della storia nonché il
sorgere
stesso dell’umano,
la quale deve quindi adeguarsi alla condizione che essi dovevano mo-
strare, questo medesimo quadro necessita di
accertamento
:
per determinar i tempi e i luoghi a sì fatta istoria, cioè quando e dove essi
umani pensieri nacquero, e sì accertarla […], questa Scienza usa un’arte criti-
ca, pur metafisica, sopra gli autori d’esse medesime nazioni (
Sn44
, §348);
la quale a sua volta si basa sul
senso comune
dell’umanità ossia su
quelle tre grandi costanti antropologiche che secondo Vico accomuna-
no tutti i popoli: religioni, matrimoni e sepolture
38
. All’interno di que-
sto quadro sarà così possibile sussumere le
pruove filologiche
, le quali
servono per farci vedere di fatto le cose meditate in idea d’intorno a questo
mondo di nazioni, secondo il metodo di filosofare del Verulamio, ch’è ‘
cogita-
re videre
;
ond’è che, per le pruove filosofiche innanzi fatte, le filologiche, le
quali succedono appresso, vengono nello stesso tempo e ad aver confermata
l’autorità loro con la ragione ed a confermare la ragione con la loro autorità
(
Sn44
, §359).
Per Vico, non solo la filologia
tien dietro
alla filosofia, ma la stessa
materia
da cui quest’ultima prende le mosse non è posta dalla ragione,
essendo invece costituita proprio da quei «grandi frantumi dell’antichi-
tà, inutili finor alla scienza perché erano giaciuti squallidi, tronchi e slo-
38
Sul senso comune in Vico e il suo stretto rapporto con l’esperienza religiosa, cfr.
J. G
EBHARDT
,
Sensus communis: Vico e la tradizione europea antica
, in questo
«Bollettino» XXII-XXIII (1992-1993), pp. 43-64. Sul tema, cfr. anche G. M
ODICA
,
La
filosofia del ‘senso comune’ in Giambattista Vico,
Caltanissetta-Roma, 1983; A. L
AMAC
-
CHIA
,
Senso comune e socialità in Giambattista Vico,
Bari, 2001; E. G
RASSI
,
La priorità
del senso comune e della fantasia in Vico,
in
Leggere Vico,
a cura di E. Riverso, Milano,
1982, pp. 128-142.
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