«HISTORIA SINCERA»
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re
avvertito
come qualcosa di più di un semplice ente sensibile, e quin-
di nemmeno come una semplice cosa, quanto come un orizzonte
d’esperienza, lo spazio aperto in cui il divino poteva farsi avanti, mani-
festando la sua collera o il suo favore tramite i suoi
cenni.
Questo imma-
ginare non è qualcosa che porti a una verità ulteriore, una natura più
profonda della cosa: è esso stesso che fonda la cosa come essenzialmen-
te indeterminata e pronta a determinarsi nel corso delle esperienze suc-
cessive. Su queste basi, Vico argomenta l’intrinseca verità dei
miti,
aprendo la strada a una concezione
poetica
della logica stessa:
‘logica’ vien detta dalla voce
logos,
che prima e propriamente significò ‘favo-
la’, che si trasportò in italiano ‘favella’ – e la favola da’ greci si disse anco
mýthos,
onde vien a’ latini ‘
mutus
la quale ne’ tempi mutoli nacque menta-
le, che in un luogo d’oro dice Strabone essere stata innanzi della vocale o sia
dell’articolata: onde
logos
significa e ‘idea’ e ‘parola’ […]. E pur
mýthos
ci
giunse diffinita ‘
vera narratio
,
o sia ‘parlar vero’, che fu il ‘parlar naturale’
[…]: cotal primo parlare, che fu de’ poeti teologi, non fu un parlare secondo
la natura di esse cose […], ma fu un parlare fantastico per sostanze animate,
la maggior parte immaginate divine (
Sn44
, §401).
Le tanto irrise etimologie vichiane vanno intese alla luce del meto-
do sopra descritto, in virtù del quale i rapporti di dipendenza tra le
parole non sono ricavati in base alle leggi dell’odierna scienza linguisti-
ca, ma a partire dai rapporti di dipendenza concettuale stabiliti dalla
stessa
Scienza nuova,
che assume le singole parole come
frammenti tron-
chi e slogati,
e, rimeditandole, scorge il senso del loro corrispondersi
attraverso tempi e lingue diverse, in virtù di un disegno essenzialmente
filosofico e metafisico. Tenendo conto di ciò, è possibile apprezzare la
forza dell’intuizione per la quale il
logos
coincideva in origine con il
my
è
thos:
in principio non c’era altra ragione, né altra parola, né altra
legge che quella
narratio
o
favola
costituita dalle
sagre cerimonie
della
lingua divina.
Logos,
significa ‘idea e parola’: parole e idee non si distin-
guevano ma le une avevano naturali rapporti con le altre, ossia nasce-
vano insieme e formavano una sola unità. La lingua
vocale
è qui intesa
come lingua articolata in
voci,
cioè unità sintattico-semantiche di per sé
significanti. È per questo che Vico può stabilire un ulteriore paralleli-
smo tra il
mýthos
e il termine latino
mutus,
che appunto significa ‘silen-
zioso’, da intendersi nel senso di non-articolato in voci. L’immaginazio-
ne mitica dei primordi – quella stessa immaginazione che fa tutt’uno
con la prima lingua mai apparsa – è un’entità unica, che procede non
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