IN RICORDO DI VANNA GESSA KUROTSCHKA
Tra i numerosi e tutti ugualmente appassionati temi di riflessione
prescelti da Vanna Gessa nel suo intenso percorso, Vico occupa di
certo un posto centrale e privilegiato, che la invitava a seguire, più che
una pista storico-ricostruttiva, un possibile luogo di fondazione teorica
in grado di formulare una nuova idea di individualità. Gessa era stata
particolarmente colpita dalle interpretazioni di Ernesto Grassi e Philip
Verene, e a partire dai loro saggi aveva elaborato una ipotesi di ‘utiliz-
zazione sistematica’ del
sapere poetico
vichiano. Accanto a questo aspet-
to – che rappresenta, come lo stesso Vico afferma, la parte più ampia e
più nuova della
Scienza nuova
– si pone, in una coerente simmetria, la
riflessione sul senso comune che proprio in quanto giudizio senza alcu-
na riflessione si può elevare a regola più appropriata per la costituzio-
ne poietico-inventiva dell’
humanum
.
È fondandosi su queste premesse che si articola il tentativo di Vanna
Gessa Kurotschka di ritrovare in Vico i fondamenti di una autentica
comprensione del Sé e di un appropriato linguaggio dell’individualità.
Ciò che aiuta ad affrontare criticamente l’enigma dell’esistenza indivi-
duale è il ricorso ad una forma di comprensione di sé che non ha come
guida un riferimento o un modello universalistico, ma, come la defini-
sce Gessa, una «architettonica degli accadimenti singoli
forniti in sé
di
valore». Insomma, l’autocomprensione diventa un vero e proprio «ele-
mento ordinatore della molteplicità dell’accadere individuale»
1
. Era
1
V. G
ESSA
K
UROTSCHKA
,
Autocomprensione autentica. Il linguaggio dell’individua-
lità e il
diversiloquio
poetico
, in
Etica individuale e giustizia
, prefazione di G. Cantillo,
Napoli, 2000, p. 271.
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