ANDREA SANGIACOMO
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mento razionale viene esclusa: la natura della lingua – e «natura di cose
altro non è che nascimento di esse in certi tempi e con certe guise» – è
essenzialmente
a-razionale
. Se in Spinoza restava aperta la
possibilità
di
mettere in parentesi l’immaginazione, emendarla ed eliderla come tale
per giungere mediatamente a ricostruire l’identità delle
cose stesse,
dal
pensiero di Vico emerge così l’impraticabilità di questo tentativo,
la
necessità
del suo rifiuto: non solo l’immaginazione e le idee, ma la lingua
stessa in cui queste si sono espresse, non è stata sempre la medesima e
anzi la sua forma originaria è antitetica rispetto a quella della ragione
spiegata, al punto che il suo positivo significare
dovette
coincidere con
l’indefinito stesso, il quale
deve
essere assunto quindi come tale dall’ana-
lisi ermeneutica, e dunque
dovrà
essere mantenuto nella sua indipenden-
za. La verità dell’immaginazione è anzi proprio che le cose, così come le
intendiamo noi, in origine non esistevano né erano pensate o dette:
tal natura poetica di tai primi uomini, in queste nostre ingentilite nature, egli
è affatto impossibile immaginare e a gran pena ci è permesso d’intendere
(
Sn44
, §34).
La ragione non solo
non può
sostituirsi all’immaginazione, aggirar-
la, eluderla, ma
non deve
neppure tentare di farlo, se non vuole finire
col distruggere l’oggetto stesso del suo studio, rendendo l’
historia
la più
grande delle mistificazioni. Se anzi l’
historia sincera
vuole essere lo
sfondo a partire dal quale muovere alla conquista del
senso
del testo,
allora essa ha da pensarsi come quelle tenebre che oscurano il fondo
della
Dipintura
posta a frontespizio della
Scienza nuova,
le quali «sono
la materia di questa Scienza, incerta, informe, oscura» (
Sn44
, §41): l’
hi-
storia
stessa, in tal senso, non può che coincidere con la
selva.
Del resto, proprio Vico concludeva la sezione
Del Metodo
della sua
Scienza nuova,
affermando perentoriamente:
questi deon esser i confini dell’umana ragione. E chiunque se ne voglia trar
fuori, egli veda di non trarsi fuori da tutta l’umanità (
Sn44
, §360).
4.
Oltre testo.
La verità della ragione, per giungere alla quale Spinoza finisce per
trasformare il testo in un
pre-testo,
può essere ben al contrario fondata
proprio sulla sua autolimitazione: la ragione stessa può costituirsi come
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