«HISTORIA SINCERA»
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tale solo se ammette di costituire un discorso
altro
rispetto all’immagi-
nario fantastico, segnando essa stessa per prima la sua
differenza.
La
sincerità
dell’
historia
a partire dalla quale la ragione deduce dal testo la
propria verità, porta a riconoscere che quella stessa
historia
non dice la
verità
dell’
immaginazione, ma la verità
compatibile
con essa, capace di
tenerne conto, di ascoltare le sue figure, convivendo con esse e con esse
costruendo uno spazio comune:
comunicativo
. In tal senso, ogni inter-
pretazione è sempre
immaginata
razionale. In Spinoza questo discorso
non riesce però a tenersi fermo e vive nella dialettica costante che lo
spinge a riassorbire l’immaginario nella ragione, in quanto il mezzo
stesso con cui il fantastico si esprime, cioè la lingua, viene assunto come
almeno potenzialmente razionale o razionalizzabile. È l’analitica vichia-
na delle diverse formazioni linguistiche, nonché delle esigenze e delle
condizioni di concepibilità del pensiero poetico-immaginativo, a
mostrare analiticamente l’illegittimità di una simile assunzione.
Compito dell’interprete non può essere indicare la
verità
del testo, il
suo senso univoco, definito una volta per sempre. Ma ciò non implica
nemmeno che l’interpretare debba intendersi come un semplice divaga-
re a margine, rinunciando a qualsiasi rapporto con la verità medesima.
Proprio dal dialogo
ucronico
tra Spinoza e Vico, emerge una terza via:
cercare la verità
a partire
dal testo, mostrare in che modo essa possa
dimo-
rare
nel testo, essere verità
anche
di
quel
testo, senza dovervisi identifica-
re né ridurlo a sé, anzi, proprio preservandone l’alterità e la differenza.
Ripensare in quest’ottica l’
historia sincera –
cioè il fondamento
razionale a partire dal quale muovere nell’interpretazione –, non impli-
ca tanto pervenire alla costituzione di un ideale storico o storicistico,
quanto proprio alla sua
dissoluzione.
La stessa
storia ideale eterna
non
è una mera sussunzione del reale e dell’immaginario sotto il suo aspet-
to immutabilmente dato a priori, ma va intesa come il necessario rico-
noscimento della genesi immaginativa di ogni
idea
e quindi del suo
fondo inoggettivabile e intraducibile nei termini della
ragione pura
:
questa Scienza è una storia dell’umane idee, sulla quale sembra dover procede-
re la metafisica della mente umana; […] la qual regina delle scienze […] comin-
ciò d’allora ch’i primi uomini cominciarono a umanamente pensare, non già da
quando i filosofi cominciaron a riflettere sopra l’umane idee (
Sn44
, §347).
Invece che imporre al dire il
senso comune razionale,
sarà infatti pos-
sibile assumere il dire medesimo come aperto a un infinito ventaglio di
possibilità semantiche, tutte contemporaneamente compresenti e com-
1...,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70 72,73,74,75,76,77,78,79,80,81,...152