la humanología viquiana», secondo una felice e nota espressione del
Badaloni, per enfatizzare la rappresentazione dei problemi storici da un
punto di vista teorico e, insieme, mostrare le radici storiche delle que-
stioni filosofiche sollevate. Il senso di tale connessione è ispirata dalla
convergenza di
certum
e
verum
da cui il filosofo
extrae el principio metodólogico de la indeleble unión entre las perspectivas
‘filológica’ – entiéndase histórica – y ‘filosófica’, principio que a su vez esgri-
me como postulado básico de indagación, análisis, interpretación y veritación
de los hechos y las ideas histórico-positivos
9
.
Per tutto ciò è anche opportuno segnalare che l’
Aggiunta
del 1731
all’
Autobiografia
riconoscerà nella
Lex Regia
e nell’interpretazione
delle
XII tavole
i motivi di vita e di storia politica antica che, adeguata-
mente riproposti, non avevano vanificato le fatiche del
Diritto universa-
le
. Questa è un’«obra de madurez, y no un simple ensayo experimen-
tal», come giustamente si osserva nella presentazione dei contributi di
Vico alla teoria della giurisprudenza e alla sua stessa storia che impegna
nelle
Note
i «principios del derecho en sus orígines poéticos»
10
. Qui
sono coinvolte le radici del linguaggio antichissimo, mitologico prima
di diventare giuridico, fatto di canti e di segni, di suoni e parole che
solo la «nuova arte critica» del Vico, ammirato e lodato dal dotto euro-
peo Jean Leclerc, può comprendere, indagando sui
principi
del diritto
naturale delle genti. La complessa struttura dell’opera impegna il letto-
re moderno a cogliere tutti i momenti determinanti la sua costruzione,
a contestualizzarne i motivi fondamentali, superando tradizionali im-
postazioni, ampiamente discusse e confrontate con le esperienze ecdo-
tiche e di traduzione più vicine come quelle di Cristofolini (nella sillo-
ge sansoniana del 1974) che tanto debbono all’edizione Nicolini del
1936. Le fatiche di quest’ultimo sono state benemerite, perché hanno
impostato la questione della leggibilità del testo e la sua autonoma
valenza contro le interpretazioni cattoliche e positivistiche poco inte-
ressate al momento filologico. Esso ha conosciuto una significativa for-
tuna nel nuovo corso degli studi promosso, com’è noto da Piovani e
proseguito magistralmente da Fulvio Tessitore con un’edizione impo-
FABRIZIO LOMONACO
80
9
Ibid
. Di Badaloni si ricordino le ultime pagine vichiane in
Laici credenti all’alba del
moderno. La linea Herbert-Vico
, Firenze, 2005, parte II, cap. II: «Nel laboratorio del dirit-
to universale» (pp. 144 sgg.).
10
Obras III
, cit., p.
XIV
.