lismo, in quanto non è il contratto a fon-
dare la vita associata ma piuttosto una
processualità storica sotto l’impulso della
socievolezza e della tensione all’equità.
Rispetto a Hobbes e Spinoza, per i quali
«i dati della ragione non svolgono alcun
ruolo» (p. 51) e la società è prodotta dalla
paura e dalla speranza, per Vico «sono
ancora i semi, connaturati all’uomo, della
‘socievolezza’ e dell’ ‘equità’ a rendere
possibile la società e lo Stato» (p. 53):
solo se si scorge questa prospettiva idea-
le, ribadisce l’A., per Vico «sarà possibile
ancora dare un senso alla vita umana e
credere nella funzione positiva dell’azio-
ne operosa e trasformatrice dell’uomo»
(p. 55).
[A. S.]
19. P
ASCARELLI
Cosimo D.,
Il Risorgi-
mento incompiuto
. Con uno scritto di
S. Lamonica, Pavia, Iuculano, 2009,
pp. 47.
Dopo iniziali ed episodiche citazioni
di Vico, filosofo «precursore» di
Lomonaco, Cattaneo e Ferrari (pp. 24,
38), l’A. documenta l’«emergenza di una
nuova cultura» in Basilicata nell’età dei
fermenti rivoluzionari dal 1799 al 1844 e
dal 1848 al 1860 con riferimenti al filoso-
fo della
Scienza nuova
concentrati nella
parte II del lavoro dedicata a «Carlo
Pisacane, patrioti, delatori e giustizieri tra
realismo e utopia». Qui l’organizzazione
della celebre spedizione di Sapri è segui-
ta attentamente nei suoi moventi, obietti-
vi e strategie che coinvolgono la partenza
dei «‘trecento’ da Ponza per Sapri» e sti-
molano considerazioni più generali sul
«momento storico del Risorgimento nel
territorio dell’Italia Meridionale» e sul
«sistema di memoria storica» delle fun-
zioni «incompiute» di governo e di
amministrazione del «bene pubblico». In
proposito si riportano brani scelti del
Discorso di Niccola Cirino per l’elogio al
Re Ferdinando II
che di Vico elogia i con-
tributi al «perfetto civile»: «Quando una
malaugurata analisi dell’uomo civile pre-
dicava gl’interessi de’ Principi, diversi
dagl’interessi de’ popoli, e da queste mo-
rali persone astraeva l’unità del pensiero,
d’onde ogni beneficio civile, le scienze
dell’umanità o per adulazione, o per ti-
more, ovvero per ignoranza, giacquero
inoperose, od intristirono. Tenevano da
questo principio le politiche condizioni
d’Italia, allorché sul far dello scorso seco-
lo Giambattista Vico avvertì e Principi, e
popoli di questa morale antinomia, e con
il regolo della Provvidenza segnò un
codice eterno, immutabile, comune a’
Principi, ed ai popoli tutti: allora quegli
elementi politici, creduti insociabili, in
uno si raggruppavano, ed unanimi gli
uomini vagheggiarono in quel pensiero il
perfetto civile» (p. 149).
[F. L.]
20. P
ENG
S
HANSHAN
,
Bolin bixia de
Weike
[Vico negli scritti di Isaiah Berlin],
in «Dushu», 2010, 5, pp. 92-100.
Il presente articolo compare nella
rivista letteraria «Dushu» (Letture), pe-
riodico dedicato al dialogo culturale, che
propone principalmente recensioni di
libri, saggi accademici e ritratti di perso-
nalità del mondo intellettuale cinese. La
rivista, fondata nel 1979 con lo slogan:
«Non esistono zone proibite nella lettu-
ra», è edita dalla SDX Publishing, società
di proprietà dello Stato affiliata alla
China Publishing Group. Nel periodo
dal 1996 al 2007, sotto la direzione di due
capiredattori di formazione puramente
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