29. Z
ANETTI
Gianfrancesco,
Vico eversi-
vo
, Bologna, il Mulino, 2011.
Gianfranco Zanetti propone in questo
agile volume, dal titolo più che accattivan-
te, una rilettura della
Scienza nuova
di
Vico attraverso le categorie offerte dalla
politica anglosassone più aggiornata; le
tesi e le teorie vichiane alle quali l’A. si
richiama interagiscono difatti di volta in
volta con il concetto di eguaglianza (talo-
ra purtroppo fortemente influenzato dalle
discriminazioni razziali); con il ruolo gio-
cato dalle emozioni nell’ambito della filo-
sofia morale, politica e giuridica; con il
rapporto da sempre non facile tra istitu-
zioni e cittadinanza, e tra diritto e morale.
Partendo infatti dal presupposto, piutto-
sto scontato e di certo non molto eversivo,
secondo cui Vico si presta ad «arditi con-
fronti», così come ad interpretazioni
molto attraenti, grazie soprattutto all’in-
terdisciplinarietà della sua ricerca, Zanetti
chiarisce che quella proposta dal suo stu-
dio vuole essere una riflessione sulla pre-
senza nei testi vichiani di «temi e sugge-
stioni che possono interagire in modo
interessante con settori […] importanti
del dibattito filosofico contemporaneo»
(p. 7). Peccato, tuttavia, che i temi trattati
dall’A. e le relative argomentazioni appa-
iano fondamentalmente slegati tra di loro,
e che non presentino un filo rosso che li
unisca veramente.
Il primo spunto di riflessione offerto
da Zanetti è quindi sul concetto di egua-
glianza: dopo aver ricordato che in anni
molto recenti si deve a Jeremy Waldron
l’elaborazione della distinzione tra egua-
glianza di base ed eguaglianza normativa,
l’A. sostiene che in Vico è possibile scorge-
re come «l’eguaglianza normativa sia, in
certe circostanze, considerata un prius
rispetto all’eguaglianza di base, con un’in-
versione interessante delle nostre credenze
intuitive» (pp. 16-17), il che potrebbe
essere una possibile ed eversiva chiave di
lettura della
Scienza nuova
. La riflessione
vichiana offre per Zanetti un punto di
vista a partire dal quale l’eguaglianza di
base può essere tranquillamente messa in
discussione, sebbene nell’assunto della
Scienza nuova
esiste pure un «piano prov-
videnziale» che tende sempre e comunque
proprio alla realizzazione dell’uguaglianza
di base: «da un lato […] è del tutto incon-
testabile la presenza […] nel testo vichia-
no del percorso tradizionale (moderno)
dall’eguaglianza di base all’eguaglianza
normativa […], dall’altro, sembra che non
solo ci siano, in Vico, diverse forme di
‘eguaglianza’, […] ma anche oscillazioni
nel termine ‘umano’, e ‘natura’» (p. 33). È
poi consequenziale che in pagine che cer-
cano un serrato e dichiarato confronto con
il mondo anglosassone – ma pure, a mio
avviso, sebbene in maniera velatamente
più sotterranea, con quello statunitense –
il concetto di eguaglianza venga messo a
confronto con la piaga del razzismo decli-
nato in tutte le sue possibili sfaccettature.
La parte più interessante di questo
volume è quella che propone, da una pro-
spettiva nuova e piuttosto insolita, un
confronto tra Vico e Hobbes, al fine di
evidenziare il ruolo che alcune emozioni
(e non passioni, proprio perché Zanetti
concentra la sua analisi sull’aspetto stret-
tamente strutturale di questo confronto)
svolgono nelle rispettive filosofie politi-
che dei due filosofi. L’A. mette bene in
evidenza come sia in Vico che in Hobbes
la razionalità è compatibile con le emo-
zioni, e pertanto rileva che a livello emo-
zionale il pensiero di Hobbes è permeato
dal sentimento della paura, mentre quel-
lo di Vico da quello della vergogna. (cfr.
in questo «Bollettino» XXXVIII, 2008, 2,
pp. 222-223).
La relazione, poi, tra uguaglianza e
matrimonio si presta nel volume ad una
digressione sull’attualità dell’istituzione
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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