STEFANIA DE TOMA
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Ancora più suggestivo, in questa direzione, pare un altro passo della
Seconda risposta
. Nel tentativo di spiegare la propria opposizione al
metodo geometrico così come viene impiegato dal «secolo, cioè i carte-
siani filosofi di questo secolo»
58
, Vico si esprime in forma aforistica:
Il metodo geometrico vero opera senza farsi sentire, ed, ove fa strepito, segno
è che non opera: appunto come negli assalti l’uom timido grida, e non ferisce,
l’uomo d’animo fermo tace e fa colpi mortali
59
.
Ancora Vico prosegue paragonando il «vantatore di metodo, ove il
metodo non tragge necessità di acconsentire», quando egli impiega alti-
sonanti frasi come ‘questo è assioma’, ‘questo è dimostrato’, ad un «pit-
tore, che ad immagini informi, le quali per sé non si potesser distingue-
re, scrivesse sotto: ‘questo è uomo’, ‘questo è satiro’, ‘questo è leone’,
‘questo altra cosa’»
60
. Questi passi esemplificano la scrittura immagini-
fica di cui si serve il filosofo napoletano: potrebbe azzardarsi la defini-
zione di ipotiposi della sua stessa antropologia. Vico usa un metodo
‘poetico’, ossia metaforico, nel momento stesso in cui ne spiega il fun-
zionamento, intersecando nella prassi
rhetorica docens
e
rhetorica utens.
Non per caso, la caratteristica peculiare dell’opera vichiana è stata
recentemente individuata nel cosiddetto «stile della simultaneità»: uno
stile grazie al quale la «narrazione filosofica» diventa una «filosofia della
58
Ha opportunamente rilevato M. M
OONEY
, in
Vico e la tradizione della retorica
,
cit., che l’opposizione vichiana a Descartes non è solo di natura epistemologica, ma
pure civile: i giovani delle accademie sarebbero diventati, seguendo l’esempio dell’or-
goglioso individualismo cartesiano, «dei novelli, e pericolosi, anacoreti», perché l’ana-
lisi logica e matematica di stampo cartesiano «operava in senso opposto alle capacità
richieste da un’effettiva pubblica azione» (p. 142). La critica cartesiana, espressione
filosofica o universale dell’analisi, si contrapponeva secondo Vico all’antica arte retori-
ca della topica (p. 176), grazie alla quale la mente può imparare non solo a trovare con-
nessioni fra cose apparentemente irrelate, ma anche a classificare con larghezza in virtù
del suo essere «copiosa», a considerare ogni possibile aspetto di un argomento, garan-
tendo dunque la possibilità della verità.
59
S
econda risposta
, cit., p. 380.
60
Ibid.
, p. 380. Valga qui come mera suggestione il rinvio all’arte di René Magritte
e al commento di M. F
OUCAULT
,
Questo non è una pipa
, tr. it. Milano, 1988, in partic.
p. 43: «Due principi hanno dominato la pittura occidentale dal XV al XX secolo. Il
primo afferma la separazione tra rappresentazione plastica (che implica la somiglianza)
e referenza linguistica (che la esclude). Si fa vedere mediante la somiglianza, si parla
attraverso la differenza».