DISAPPARTENENZA DELL’IO
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Le stesse idee di estensione, movimento e figura – e veniamo così
alla seconda delle «difficoltà» indicate – nella loro astrattezza erano per
Berkeley inconcepibili, in quanto noi percepiamo oggetti estesi, in
movimento e figurati, ma sempre dotati di configurazioni
determinate
di colore, di forma, di dimensioni e di moto (verso destra, sinistra, in
l’alto, in basso, ecc.). Se, dunque, tali idee astratte non possono essere
percepibili nella loro purezza, allora nemmeno esisteranno un’estensio-
ne ed un movimento assoluti – come voleva Newton – e una figura
generica. Contro tali concetti, Berkeley scriveva nel
Trattato
:
È […] impossibile per me formare l’idea astratta di movimento indipendente-
mente dal corpo che si muove – un movimento che non sia né rapido né lento,
né curvilineo né rettilineo; lo stesso si può dire per qualunque altra idea astratta
13
.
Un anno prima, nel
Saggio per una nuova teoria della visione
, si era
già retoricamente domandato: «Non è forse colorata l’estensione che
vediamo?»
14
. E qualche tempo dopo, nei
Dialoghi
aggiungeva:
Non abbiamo allora lo stesso diritto di concludere che in un oggetto non vi
sono né l’estensione, né la figura, dal momento che esso appare a un occhio
[quello di un uomo] piccolo, liscio e rotondo, e all’altro occhio [quello di un
bruco] grande, scabro e angoloso, nello stesso tempo?
15
Molto più tardi, nel
De motu
, ritornava ancora sull’argomento, asse-
rendo che:
Il movimento non si può conoscere, né misurare, se non tramite le cose sensi-
bili. Ma dato che lo spazio assoluto non può mai essere l’oggetto dei sensi, se
ne conclude che è del tutto inutile per la distinzione dei movimenti
16
.
13
Ivi, p. 184. E più avanti, con maggiore incisività, si legge: «Vorrei che ciascuno
riflettesse e provasse se è capace di concepire, con un’astrazione mentale, l’estensione
e il movimento di un corpo senza tutte le altre qualità sensibili. Per quel che mi riguar-
da, mi sembra evidente che non è in mio potere formare l’idea di un corpo esteso in
movimento, senza dotarlo di un colore o di qualche altra qualità sensibile, alla quale si
attribuisce un’esistenza esclusivamente mentale. In breve, l’estensione, la figura e il
movimento, astratti da tutte le altre qualità, sono inconcepibili» (ivi, pp. 203-204).
14
Saggio
, p. 108. Più avanti, sullo stesso tema, leggiamo: «Una linea o una superfi-
cie che non sia né nera né bianca, né blu né gialla, né lunga né corta, né ruvida né liscia,
né quadrata né rotonda, e così via, è del tutto incomprensibile» (ivi, p. 149).
15
Tre dialoghi
, p. 313.
16
I
D
.,
Sul movimento, ovvero Il principio e la natura del moto, e la causa della comu-
nicazione dei movimenti
(1720), in
OF
, p. 451. Rinunciare ai concetti di spazio e moto
1...,49,50,51,52,53,54,55,56,57,58 60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,...124