DISAPPARTENENZA DELL’IO
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Berkeley –, secondo i quali» la divinità «suscita in noi le idee del senso,
si chiamano
leggi di natura
»
28
. Come si vede, con pochi, rapidi e decisi
tratti Berkeley forniva nel contempo un fondamento teologico-metafisi-
co alle «
leggi di natura
» e una dimostrazione dell’esistenza di Dio, il cui
punto di partenza era la costatazione che la comparsa delle idee nella
mente prescinde dal nostro volere, la qual cosa ci induce a concludere
che «
le cose sensibili esistono realmente
», ossia fuori delle singole menti
individuali, non certo della mente in generale; ma «
se esistono realmen-
te, devono necessariamente essere percepite da una mente infinita
»: que-
sto significa allora che «
esiste una mente infinita, o Dio
»
29
.
Con tale «dimostrazione diretta e immediata» dell’esistenza divina,
fondata su di «un principio evidentissimo»
30
, anche il problema del-
l’«ateismo» e dell’«irreligiosità» trovava, agli occhi di Berkeley, un’effi-
cace soluzione
31
.
Dobbiamo, però, esaminare ancora una questione, prima di passare
a Beckett.
«Gli
spiriti
e le
idee
– scriveva Berkeley nel
Trattato
– differiscono
[…] radicalmente gli uni dalle altre»
32
; infatti i primi sono sostanze per-
cipienti e pensanti, dunque sono
attive
, mentre le seconde non sono
sostanze, sono percepite, pensate, e quindi
inerti
. A questa differente
natura devono corrispondere differenti modalità di conoscenza: se
nelle
idee «passive»
33
apprendiamo le ‘cose sensibili’, non è attraverso
di esse che possiamo avere coscienza di noi stessi, degli altri e di Dio.
Inquivocabilmente – e sempre nel
Trattato
– Berkeley aggiungeva:
Credere che, in virtù di una moltiplicazione o di un potenziamento delle facol-
tà di cui siamo dotati, sia possibile conoscere uno spirito così come conoscia-
28
Trattato
, p. 214. Sulla divinità in quanto autrice del linguaggio della natura cfr.
anche
Tre dialoghi
, p. 365; I
D
.,
La teoria della visione, ovvero il Linguaggio Visuale che
mostra la Presenza immediata e la Provvidenza di Dio, difesa e chiarita
(1733), in
OF
, pp.
509 sgg.
29
Tre dialoghi
, p. 341.
30
Ibid
.
31
In realtà non si può non concordare con Mario M. Rossi, quando osserva che «i
pensatori [moderni] credevano di appoggiare la fede con la loro filosofia, ma in realtà
era Dio che teneva in piedi la loro filosofia» (R
OSSI
,
op. cit.
, p. 53).
32
Trattato
, p. 274 (ma cfr. anche ivi, pp. 272-273). Sulla differenza fra spiriti e idee
Berkeley ritorna anche nei
Dialoghi
(cfr.
Tre dialoghi
, p. 366).
33
Trattato
, p. 212.
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