in quanto è la dimensione ontologica, l’essere della vita. Ciò senza di cui la vita
non si darebbe come vita spirituale, come vita dell’uomo, come diritto dell’uo-
mo, bensì, al contrario come dato ‘biologico’, ‘naturale’, secondo diceva
Ortega. Se non sbaglio Sevilla trova a ciò sussidio anche e soprattutto in Vico
(il Vico della
paideia
platonica ripensata – numerosi e partecipi sono i riferi-
menti al Vico del
De ratione
), nella coniugazione della ‘storia delle nazioni’,
che corrono in tempo, con la ‘storia ideale eterna’. In quest’ambito di discor-
so, con analitica acutezza, Sevilla discute «el tema de nuestro tiempo», soffer-
mandosi specificamente su ciò che nel sintagma orteguiano, significano ‘tema’
e ‘nostro’; analizza,con passionalità vichianamente ‘rattenuta’, la ‘vocazione’ (il
Beruf
come traduzione della
klesis
paolina) dell’uomo, ciò che fa l’uomo capa-
ce di vocazione, a cominciare da quella costitutiva, ontologica, del pensare. In
qualche misura – anche se non mi è parso di trovare nel suo libro un partico-
lare riferimento – egli si colloca sulla via della ‘essenza della filosofia’ diltheya-
na. Non minore efficacia hanno le pagine, a queste ultime direttamente con-
nesse, sul significato, sul ruolo, sulla funzione dell’Università intesa come il
‘luogo’ (nel senso di condizione) del sapere, del conoscere, del filosofare. In
altre parole la ‘ragione problematica’, come condizione, ragion d’essere della
‘ontologia problematica’ e ‘problematista’, è insieme sforzo teoretico e impe-
gno etico quali elementi caratterizzanti della vita. Ma allora quella di Sevilla è
una rigorosa,rinnovata
Ontologia della storicità
, una nuova idea della
storia
come ontologia
.
E qui nascono i miei problemi, il mio pacifico, amicale ‘corpo a corpo’ con
Sevilla, pacifico ma devo dirlo non disarmato. È conciliabile la storia storici-
stica, quella che ha pensato e pensa fino in fondo, senza residui la
temporalità
e la
situazionalità etica
dell’uomo moderno, dell’uomo contemporaneo con l’
‘ontologia problematica’? La ‘radicalità’ della filosofia alla quale fa appello
Sevilla si compone e comprende nell’ontologia dell’essere storico dell’indivi-
duo? L’individuo è storico per costituzione ontologica, per l’essenza del suo
essere, o perché
sta nella storia
, che senza di lui non esiste? La ‘temporalità’
dell’uomo è il ‘tempo che è e non può non essere’, o è il
tempo che diviene, che
‘eviene’ (Entestehung e Ereignis).
ossia che non è dato in una presunta eterni-
tà del suo manifestarsi ma nasce, si costruisce, si comprende con la storia, con
l’azione della storia (
Aufbau
)? La ‘situazionalità’ è un a priori incondizionato
dell’azione dell’uomo, o è una
condizione
dell’azione, il risultato della possibi-
lità oggettiva, del trascorrere della
realtà (Realität) nell’effettuarsi
(Wirklichkeit)
, il risultato della causazione adeguata, la quale, a sua volta,
significa la certificazione razionale dello ‘scopo’ (potrei dire la ‘vocazione’)
della vita? E la vita è fondata ontologicamente o si autofonda nel processo del
suo comprendersi, del suo farsi da ineludibile ‘soggettività’ oggettiva, in quan-
to dazione di senso (
Sinngebung
) a ciò che non ce l’ha? Il moderno, che, per
dirla con Américo Castro è ‘conflittivo’, un’ ‘età conflittiva’, è in crisi perché
RECENSIONI
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