F
ABRIZIO
L
OMONACO
,
New Studies on Lex Regia: Right, Philology and Fides
Historica in Holland between the 17
th
and 18
th
Centuries
, Bern, Peter Lang,
2011, pp. 351.
Questo volume di Fabrizio Lomonaco, i cui studi sul pensiero filosofico,
politico e giuridico nella Napoli e nell’Olanda del Seicento e del Settecento
sono apprezzati a livello internazionale, si concentra su un importante dibatti-
to, tradizionalmente trascurato dalla storiografia. Si tratta del dibattito sulla
Lex Regia de Imperio Vespasiani
nell’Olanda del Seicento e del primo
Settecento, che coinvolse studiosi quali Johann Friedrich Gronovius, Ulrik
Huber, Jakob Perizonius, Gerard Noodt e Jean Barbeyrac.
Questo dibattito, che si collocò all’incrocio tra indagine filologica, analisi
storica e riflessione critica sul diritto romano, ebbe significativi risvolti nel-
l’ambito del pensiero politico, del metodo storiografico e, naturalmente, degli
studi giuridici. La
Lex Regia de Imperio Vespasiani
, la cui seconda parte è in
un’iscrizione bronzea scoperta nel quattordicesimo secolo e conservata oggi
presso i Musei Capitolini, era infatti una legge, approvata dal senato romano
nel 69 d. C., in cui si definivano le prerogative dell’imperatore in relazione al
senato stesso e al popolo romano in generale. Questo documento rappresen-
tava dunque una fonte di primaria importanza non soltanto per comprendere
l’evoluzione del diritto romano in età imperiale, ma anche per riflettere criti-
camente su fondamenti e prerogative dell’autorità politica in un periodo par-
ticolarmente complesso per i Paesi Bassi.
Come Lomonaco osserva più volte nel suo volume, il periodo successivo
all’assassinio del Gran Pensionario Johan de Witt e il ritorno allo Statolderato
con Guglielmo d’Orange nel 1672 fu particolarmente difficile per le Province
Unite. Con l’indipendenza dalla Spagna ormai raggiunta e con la minaccia
delle armate del Re Sole che ancora incombeva sulla piccola, sebbene prospe-
ra, repubblica olandese, era necessario «ridefinire i principi della scienza giu-
ridica quanto le competenze dei giuristi, e teorizzare nuovi rapporti tra
giuri-
sprudenza
e
potere
, da assoggettare al primato della
politica
ponendo chiara-
mente la questione della sopravvivenza del governo repubblicano, alla luce dei
limiti che il contesto internazionale imponeva» (p. 30).
Ovviamente, il riferimento a Grozio si rivelava fondamentale in quella
situazione, per quanto riguardava sia il tema delle origini dell’autorità politica,
sia la questione dei diritti naturali che tale autorità aveva il dovere di preserva-
re. Tuttavia, gli studiosi che Lomonaco prende in esame nel suo libro presero
le distanze da Grozio, pur presentando «la comune, paradossale affermazione
di un modello interpretativo groziano per una formulazione estrema di rifles-
sioni anti-groziane» (p. 31). Infatti, essi proposero di conciliare il diritto con
la storia, e dunque la scienza giuridica con la scienza storica, al fine di riceve-
re significative indicazioni dalla storia antica quanto moderna, da usare criti-
RECENSIONI
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