Ho imparato anche che un lavoro deve essere controllato fino alla
fase finale, fin nelle minuzie, e questo veniva fuori anche dal tempo e
dall’energia che senza risparmiarsi Visconti dedicava alle stampe delle
immagini, che questo ultimo suo volume raccoglieva numerose. «Siamo
nel terzo millennio» – era solito dire quando tuonava contro i cattivi
risultati che gli venivano presentati per qualcuno dei suoi, come li chia-
mava, «disavventurati volumetti». Sulla resa tipografica e la risoluzione
delle immagini era severissimo: avrebbe senz’altro rinunciato alla pub-
blicazione di fatiche durate molti anni se non lo avessero soddisfatto.
Nel volume su
Le iscrizioni e le composizioni latine
del 2004 trovano
posto iscrizioni e versi latini spesso trascurati proprio perché apparte-
nenti alla produzione latina di Vico, per la prima volta raccolti in una
veste autonoma; e gli epigrammi e le composizioni sono offerti insieme,
accanto alle iscrizioni e ad altre composizioni latine, in un elegante
volume che mette a disposizione anche le immagini allegoriche che
accompagnavano i testi.
L’edizione delle
Orazioni
fu senza dubbio il lavoro più importante
che mise a punto per il Centro, impostato filologicamente sulla scia del
saggio di Salvatore Monti, al quale era legato da grande e corrisposta
stima,
Sulla tradizione e sul testo delle Orazioni inaugurali di Vico
, usci-
to nel 1977. Un forte debito peraltro Visconti, per sua stessa ammissio-
ne, lo contrasse con gli studi di Marcello Gigante, che sempre ricordò
con affetto profondo.
Nel 1982 presso Il Mulino esce dunque il volume delle
Orazioni
inaugurali I-VI
, che pubblica le sei lezioni inaugurali tenute da Vico tra
il 1699 e il 1707 dopo aver ottenuto la cattedra di retorica all’Università
di Napoli. Questi testi vengono decisamente stroncati dalla perenne
insoddisfazione del Vico stesso nella sua
Autobiografia
e condannati
così dal suo stesso autore a non essere mai pubblicati, ma non per que-
sto distrutti. Il testo originale è stato perduto, e per la prima volta viene
da Visconti pubblicata la versione dei manoscritti conservati presso la
Biblioteca «V. Emanuele III» di Napoli: il ms. XIII B55, che contiene
anche le
Emendationes
ai cinque discorsi, e il ms. XIII B36, che inclu-
de anche la dedica autografa di Vico a Marcello Filomarino. Queste
correzioni al testo – secondo la ricostruzione di Nicolini – non si riferi-
scono alla trascrizione che ne è stata tramandata, quanto piuttosto a
una redazione precedente e sicuramente dispersa. Nell’attento riordi-
namento che Visconti propone degli esemplari delle
Orazioni
emerge
con esemplare chiarezza quella stessa smania di toccare e ritoccare che
IN RICORDO DI GIANGALEAZZO VISCONTI
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