luce che la sapienza della
Scienza nuova
si propone non soltanto di cogliere il
momento di sviluppo della natura umana in cui si trova una nazione, ma anche
di emendare o sanare l’uomo interiore per rinviare la dissoluzione delle istitu-
zioni nella barbarie della riflessione. Vico stimola dunque ad approfondire la
conoscenza dei principi del mondo civile, delle istituzioni basilari del senso
comune: tale conoscenza, come la sapienza biologica di Waddington, tende a
evitare la dissoluzione dell’etica nello scetticismo e nella sofistica, tanto
rischiosi quanto l’autoritarismo.
In
La creación y modificación de las instituciones según la
Scienza nuova
(pp. 177-184), Gustavo Salerno mette in luce la relazione tra linguaggio e poli-
tica nella
Scienza nuova
, spiegando che il linguaggio si pone come perno arti-
colante tra il mondo civile, il mondo degli animi, quello in cui gli uomini
hanno deciso di obbedire a regole certe, e il mondo delle menti, la sfera delle
certezze e delle idee condivise. La centralità del linguaggio emerge nell’azione
tesa a collegare fenomeni non connessi tra loro intorno a un determinato signi-
ficato: si pensi, nella prima fase di sviluppo delle comunità umane, allo sforzo
immaginativo di trasferimento di significato, come quando si ascrive al suono
del tuono nel cielo il significante ‘Giove’. Questo uso del linguaggio non ridot-
to alla sola forma argomentativa rende possibile, secondo Vico, la comunità e
la comunicazione primigenie: mediante il senso comune del genere umano
prende avvio lo sviluppo del mondo della vita sociale in direzione della forma
di un mondo civile, i cui principi sono la provvidenza, il dovere morale e l’im-
mortalità dell’anima. Salerno sostiene dunque che in Vico il linguaggio non
esprime meramente una particolare percezione del mondo, ma è il mezzo indi-
spensabile per la creazione e la modificazione delle istituzioni del mondo civi-
le. Infatti, se Vico pensa che col linguaggio si fanno le cose, tale azione non è
soltanto enunciativa ma originariamente «
istituzionale
» (p. 184): il linguaggio
istituisce e modifica il mondo civile, che il filosofo politico ha il compito di
conservare e migliorare orientando l’arbitrio umano e indirizzando gli uomini
verso l’azione virtuosa.
Chiude questa sezione la
Presentazione
di Giuseppe Cacciatore e
l’
Introduzione
di José M. Sevilla al libro dello stesso Sevilla,
El espejo de la
época. Capítulos sobre G. Vico en la cultura hispánica (1737-2005)
, Napoli, La
Città del sole, 2007.
Nella sezione «Estudios generales de ámbito viquiano» si segnalano quat-
tro studi: Ángel Octavio Álvarez Solís,
La invención de las pasiones.
Consideraciones sobre la recepción del tacitismo político en la cultura del Barocco
(pp. 201-215); Francisco J. Navarro Gómez,
Ciclo político, ‘ótima constitución’
e ideología en Polibio de Megalópolis (Una aproximación a las fuentas a través
de los textos)
(pp. 217-246); Jesús Navarro Reyes,
De las dudas de Montaigne a
la certeza de Descartes: Una hipótesis sobre la función del estoicismo en el ori-
gen del internalismo epistémico moderno
(pp. 247-270); Jéssica Sánchez
RECENSIONI
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