debolezza del pensiero umano» prima di
riproporsi (nel
De uno
) quale «metafisica
del genere umano». Non solo, ma una
vera e propria sapienza moderna si espri-
me in termini di unità nel
De ratione
, la
dissertazione aperta nel nome di Bacone
e del suo «aureo libretto» (
Sui progressi
delle scienze
). Né vanno elusi, nello svi-
luppo delle tesi del 1709, la moderna
concezione galileiana e l’apporto deter-
minante della
meccanica
non opposta alla
rettorica
come, invece, intende Ajello
nella sua dotta ricostruzione.
[F. L.]
2. A
RMANDO
David,
Vico Giambattista
, in
Dizionario storico dell’inquisizione
, diret-
to da A. Prosperi, Pisa, Edizioni della
Normale, 2010, vol. III, pp. 1686-1687.
In questa voce del
Dizionario storico
dell’inquisizione
, l’A. traccia un filo rosso
che va dalle giovanili simpatie di Vico per
i personaggi coinvolti nel processo inten-
tato dal Sant’Uffizio contro gli ateisti, alle
letture critiche che seguono di oltre ven-
t’anni la morte del filosofo. Al centro, le
prime discussioni critiche sul
Diritto uni-
versale
e la censura del teatino Giovanni
Rossi, che nell’ottobre 1729 tarpa mo-
mentaneamente le ali alla elaborazione
della
Scienza nuova
1725 che Vico stava
effettuando all’interno del progetto
padovano di Porcìa, Lodoli e Conti. La
condanna severa di Rossi riguardava tra
l’altro l’‘umanizzazione’ del percorso dei
bestioni dopo il diluvio, contrastante con
il dettato biblico, in maniera analoga a
quanto farà Finetti nel 1768. E ancora,
vengono ricordati gli altri due interventi
‘ufficiali’, rispettivamente del benedetti-
no Fortunato Tamburini e del Pio
Operaio Tommaso Sergio, il primo teso a
minimizzare l’eterodossia di Vico, il
secondo trinceratosi dietro un «Nihil
decisum fuit». In questo contesto l’A.
ritiene del tutto attendibile l’ipotesi
(espressa da Nicolini e successivamente
da Croce) di una dissimulazione di Vico
dei contrasti tra le sue teorie e gli insegna-
menti della chiesa; il che lo porterà a dare
alla luce a Napoli la II edizione della
Scienza nuova
, immettendo nel testo delle
aggiunte, poi espunte nell’edizione del
1744, che cercano di ammorbidire i punti
contestati a suo tempo da Rossi, anche in
ossequio alle osservazioni del censore
ecclesiastico Torno.
[A. S.]
3. B
EASLEY
V
ON
B
URG
Alexandra,
Caught Between History and Imagination:
Vico’s
Ingenium
for a Rhetorical
Renovation of Citizenship
, in «Philosophy
and Rhetoric» XLV (2010) 1, pp. 26-53.
Scopo dell’articolo è indagare le basi
filosofiche di un possibile superamento
dell’identificazione fra nazionalità e citta-
dinanza, in direzione di un modello post-
nazionale di cittadinanza fondato sulla
residenza sollecitato da esigenze pratiche
come quella della definizione dello status
dei milioni di immigrati (
third-coutry
nationals
, ‘cittadini di paesi terzi’) che
risiedono permanentemente sul territorio
dell’Unione europea senza essere cittadi-
ni di alcuno degli stati membri.
In Vico,
in primis
nel Vico del
De
ratione
e nel suo concetto di
ingenium
inteso come capacità di percepire le ana-
logie fra oggetti apparentemente dissimi-
li, l’A. individua gli strumenti filosofici e
retorici specifici per reinventare un con-
cetto di cittadinanza adeguato al nuovo
contesto, e per proporne un rinnovamen-
to retorico da attuare «through meta-
phors that replace what we know about
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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