7. C
ROCE
Benedetto,
Vico no tetsugaku
[La filosofia di Giambattista Vico], tr. a
cura di T. Uemura, Tokyo, Miraisha,
2011, pp. VI-166.
8. D
EL
N
ERO
Valerio, recensione a A.
B
ATTISTINI
,
Vico tra antichi e moderni
(Bologna, il Mulino, 2004), in «Giornale
critico della filosofia italiana» III (2007)
2, pp. 400-402.
9. E
USTERSCHULTE
Anne,
Wahrheit und
Gewissheit.
Kulturgeschichte
und
Erkenntnistheorie bei Giambattista Vico
,
in «Zeitschrift für Kulturphilosophie»
2010, 2, pp. 211-237.
Nel contesto di un numero monogra-
fico della rivista tedesca dedicato a Vico,
l’A. presenta un’ampia ricognizione del
pensiero vichiano, in quanto fautore di
«una considerazione metodica della storia
della cultura dell’umanità» (p. 211).
Nell’esaustivo attraversamento dei capi-
saldi come dei principali referenti teorici
della filosofia di Vico non mancano tutta-
via prese di posizione teoriche decise, in
particolare la tendenza a identificare
senza residuo metafisica e religione, pro-
pugnando così una interpretazione segna-
tamente teologica dello schema «ideale
eterno» alla base delle storie plurali dei
popoli; una lettura non meno forte della
proposta epistemologica vichiana, nella
quale il
verum-factum
non vale solo a
rivendicare la dignità scientifica della
conoscenza del mondo civile e storico, ma
anche a sancire la superiorità del sapere
umanistico su quello scientifico-naturale,
che Vico relativizzerebbe in termini che
appaiono a tratti quasi kuhniani (p. 217);
ma anche il ripetuto accento sulla destina-
zione etico-politica della scienza vichiana,
che rappresenta per l’A. anche un punto
di divergenza essenziale tra il progetto
baconiano e quello vichiano.
[S. C.]
10. F
EHRENBACH
, Frank,
Compendia
Mundi. Gianlorenzo Berninis Fontana dei
Quattro Fiumi (1648-51) und Nicola
Salvis Fontana di Trevi (1732-62),
Deutscher Kunstverlag, Berlin-München,
2008, pp. 389.
All’interno di questo corposo studio
di storia dell’arte, dedicato alle due più
celebri fontane barocche di Roma, un
ultimo paragrafo è riservato ai «Caratteri
poetici di Giambattista Vico». Esso con-
clude la seconda parte del lavoro, consa-
crata alla fontana di Trevi, al centro della
quale Nicola Salvi pose la statua di
Oceano, divinità naturale simboleggiante
la forza sublime che tiene insieme il
mondo fisico e precede ogni possibilità
del dire, come lo stesso Salvi spiega nelle
sue «Ragioni filosofiche». Richiamando
quest’illustrazione teorica dell’opera
assieme agli scritti di Gravina e altri arca-
di, in particolare Francesco Bianchini,
l’A. rintraccia una serie di elementi di
consonanza tra la visione dell’architetto
della fontana e il pensiero coevo di Vico
(com’è noto arcade anch’egli), pur nella
consapevolezza che «un legame diretto
tra Salvi e gli scritti di Vico finora non è
stato possibile dimostrarlo» (p. 304). In
particolare Fehrenbach insiste sul paral-
lelismo tra l’«Universal monarca del
Mondo» personificato nell’Oceano di
Salvi e il Giove di Vico e più in generale
sull’affinità tra la figura «tacita e immen-
sa» della divinità che corona la fontana e
della fontana medesima e la lingua poeti-
ca della vichiana età degli dei (p. 301).
Particolarmente suggestivo è poi lo sfor-
zo dell’A. di dare risalto ai luoghi vichia-
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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